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sabato 26 agosto 2017

La Mia Mamma ( Inviata Da Giovanni)




                                        La Mia Mamma
Un giorno rientrai, prima dalla scuola. Il solito sciopero, dei professori. Entrai senza bussare convinto che mamma era uscita.  Stavo per recarmi in camera mia, senti un gemito. Pensai mamma si sente male, solo lei poteva essere. Mio padre , è fuori per lavoro. Guardai in camera sua. Altro che sentirsi male, stava succhiando un grosso cazzo.
Era cosi impegnata, a coccolarsi quel cazzo non mi senti. Pensai di allontanarmi, papa era tornato. E’ meglio lasciarli a loro, piacere. Strano papa non poteva essere a casa. Chi era l’uomo. Che stava, facendo il sessantanove con mamma. La scena era cosi eccitante. Che avevo ingrossato il cazzo a più non posso. Come un automa, fregandomi di essere scoperto. Tirai fuori il cazzo, iniziai a menarmelo. La guardavo affascinato di come succhiava il cazzo, era una esperta di pompini. E’ io nel frattempo mi segavo, con quella scena davanti non ci misi molto a sborrare, riuscì a mettere la mano davanti a raccogliere la sperma. Silziosamente mi allontanai. Fui crudele. Andai alla porta d’entrata,. Mamma sei in casa.
- Si sono qua un attimo ce lo zio che, aggiustato il rubinetto del bagno. Mio zio, che cazzo. Mia madre che fa un sessantanove con il fratello. Questa si che bella. Ei cara mammina, ti ricatterò. E’ si che lo faro. Feci finta di entrare in quel momento. Salutai. Lo zio saluto. Restammo da soli.
- Come mai, a casa.
- Sciopero dei docenti.
- Inizio a preparare il pranzo. Gli andai dietro, lei mi diede le spalle, prese delle verdure. Mi accostai, la presi per i fianchi. ‘’ Devo precisare, che io o sempre sognato di scoparmela, è troppo bona, quante seghe mi son fatto. ‘’ La baciai sul collo, vicino all’orecchio, avevo messo la mano sul ventre. Iniziai accarezzarla, scesi lentamente sino a metterla sul monte di venere.
- Ma che fai, sei impazzito toccarmi cosi. Dai lasciati andare, è bellissimo tenerti tra le braccia. Nel frattempo continuavo a baciarla sul collo. Dato che mi ero eccitato il cazzo duro come un’asta di marmo, pressava contro. il suo meraviglioso culo.
- La smetti che ti prende.
- Mi prende che ti voglio, scopare.
- Tu sei pazzo. Smettila è lasciami.
- Posso anche lasciarti. Vuol dire che vado a chiamare papa, è gli racconto tutto lo spettacolo. che ho visto poco fa con tuo fratello.
- Ci ai visti mio dio che vergogna. Adesso che cosa vuoi. Mi vuoi ricattare. Cosa vuoi.
- Scoparti lo sempre immaginato adesso ti voglio.
- Sono tua madre.
- Ci ameremo di più. Gli sollevai il vestito, è notai che era senza mutandina. Misi la mano tra le cosce. Con le dite spostai i peli, misi un dito tra le labbra. Cercai il clitoride, iniziai a masturbarla. Amore non posso farlo con te è incesto. Perché con tuo fratello che cosa è. Non è incesto. La tirai un po’ forzandola a prendere la posizione alla pecorina. Lei ormai sotto messa. Poggio le mani sul lavello. Gli sollevai il vestito. Ho cazzo quel bel culo tanto sognato. Era li a portata, del mio cazzo.
- Amore fai il bravo questo no. Vuoi ti faccio un pompino sono brava sai.
- Lo so ma. ho troppo sognato la tua figa è la voglio. Guidai il cazzo, è con un colpo di reni, entrai in quella figa, calda è accogliente. L’avevo preso per i fianchi. Iniziai a chiavare.
- Amore mio ce lai cosi grosso. Mi piace chiavami amore. La chiavavo con forza, le sue natiche, facevano un rumore quanto si toccavano. Arrivati al limite, mi sarebbe piaciuto, durare molto a lungo. Accelerai  il ritmo, a un tratto mi scoppio tutto nella testa. Un ciclone, di piacere. E’ lei grido con me.

Da quel giorno siamo amanti fissi. E’ scopiamo un sacco.

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