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Con La nonna e Mamma ( Inviata da Mario )




                
                                       
  
                                                                              Con La nonna e Mamma
                                                                                   Capitolo 1
Mia nonna Teresa, da quando il nonno non cera più, un bravo uomo, gli volevo bene, come si usa dire, la vita continua, nonna venne a vivere da noi,lei a sessantatre, anni, io ho venti anni. I miei genitori, sono due dottori, e io figlio unico, e viziato, dalla mamma, e da nonna, a detto dalle persone che conosco mi definiscono un bel ragazzo. Un giorno tornai a casa prima del tempo, uno sciopero, dei docenti, entrai in casa senza bussare pensai che nonna di sicuro fosse, uscita per fare la spesa, andai in cucina presi una fanta, per andare in camera mia dovevo passare davanti a quella di nonna, sentì dei lamenti venire dalla camera, cazzo pensai nonna si sente male, stavo per entrare, quando il lamento, si trasformo in un gemito di godimento. Cercai di sbirciare, attraverso qual poco che mi permetteva la porta socchiusa, rimasi senza fiato, e come quando uno si fa le scale di corsa, arriva su senza fiato. Nonna era distesa sul letto, a cosce aperte, e si scopava un cazzo in lattice, guardando, quella scena mi eccitai, tirai il cazzo fuori, dai pantaloni e iniziai a farmi una sega, non ci volle molto, per sborrare, una scena cosi, arrapante non e di tutti i giorni,raccolsi, la sperma, nel palmo di mano,. Andai a lavarmi, appena in tempo che, senti la nonna, uscire dalla sua camera, la spiai e vidi che aveva quel grosso cazzo, in mano pensai adesso farà una figura di merda, entrando in bagno e trovandomi. Entro nella camera, dei miei, e usci poco dopo senza niente. Feci rumore, e canticchiai, per farmi, sentire, busso alla porta del bagno. Sei tu da quando sei tornato. In questo momento nonna, mi prepari qualcosa per favore. Sì, vieni o fatto un dolce. Andai in cucina, mi passo sia il caffè che il dolce, mentre mangiavamo la osservavo, e mi resi conto che era ancora una bella donna, e per quello che avevo visto prima, anche sotto ai vestiti non era niente male. Che ai, da fissarmi, cosa ce vuoi dirmi qualcosa, ai problemi, confidati. In verità,non sapevo cosa dire o fare, e sempre la madre, di mio padre, nonna, e una certa età anche se li portava bene, volevo, e desideravo scoparmela, come fare, poteva darmi uno sganascione, fu lei a venirmi, incontro. Tony vuoi venire con me domani pomeriggio. Dove devi andare. Nel mio vecchio, appartamento. Che devi fare. Ho pensato di darlo in affitto, voglio prendere, gli oggetti personali. D’accordo vengo, cosa non farei per la mia nonna preferita. Mi fai sentire una vecchia, e poi sono l’unica nonna vivente. Non fare la pignola, sei la nonna che voglio bene e non sei una vecchia, sei stupenda. La presi per i fianchi, prima gli diedi un bacio sulla fronte, con la scusa, di Baciarle la guancia, feci come ero impacciato e la baciai sulla bocca, non si sottrasse, mi guardo strana, non persi il coraggio, sei bella, e la baciai di nuovo sulla bocca, e mi soffermai. E io ti credo bello sei tu giovane, e bello fai girare la testa alle ragazze, cosa, vuoi da una vecchia come me. Baciarti, non gli diedi il tempo di parlare, che gli misi la lingua in bocca e la tenni ferma, mi dava dei pugni, sulla schiena, e cercava di respingermi, non mollai, se l’avrei fatto, non avrei avuto più l’occasione, duro un po’, lentamente si rilasso, e inizio a contraccambiare. Si era rilassata, non cercava, più di respingermi, iniziai accarezzarle il culo, gli sollevai il vestito, era senza mutande, passai le dite tra le natiche, gli stuzzicai il buco del culo. Tony, non possiamo, sono, tua nonna. Che importanza, abbia, vogliamo godere, e questo e quello che conta, gli chiusi la bocca, di nuovo, mi sbottonai, il pantalone, gli feci prendere, il cazzo, non si rifiuto, lo prese, spostai la mano e la misi nella mutandina, un dito nella fica, dopo un po’ che ci masturbavamo a vicenda, l’allontanai, la feci girare, lei , capi poggio le mani sul tavolo, prese la posizione alla pecorina, gli sollevai la gonna, tirai giù, la mutandina, nonna ai un bel culo, sai, un altro giorno, gli facciamo una visita, guidai il cazzo, entrai in lei, era bagnata, scivolo, dentro, con felicità. Scopami, mio caro, quanto tempo, che questa mia fica, non riceva, un cazzo, fottimi, fammelo sentire, nello stomaco, che bello, dai cosi mi piace, sborrami in fica, che belloo, sii,  cosi. Andavo, dentro fuori, con forza, le sue natiche diventarono, rosse, dai colpi ricevuti, chiavai, aumentando, il ritmo,la tirai, sul cazzo, bloccandola, sborrando, e ne usci, tanta, ci rimettemmo a posto. Caro, mi spieghi da dove ti e venuto, di scoparmi. Devo essere sincero, sono entrato in casa, cera silenzio, o pensato che eri uscita, passando, vicino alla tua camera, o sentito, un sospiro, ti ho visto, che ti scopavi il cazzo di gomma, mi ai fatto, arrapare, cosi tanto, che, non o resistito, a volerti scopare, era il giusto momento, eri ancora eccitata. Sarei una ipocrita, se dico, che non mi sia piaciuto, va bene e andata, prima, o quando, lo preso in mano, lo sentito, che una cazzo di tutto rispetto, in fica, lo sentito, e come, mi sono sentita, piena, tiralo fuori, desidero vedere, il cazzo che mi a fatto godere. Mi abbassai i pantaloni, e gli mostrai, il cazzo, era in uno stato di semi rigido.  E veramente un bel cazzo. Lo prese, lo accarezzo, lui, come, non attendeva altro, inizio, a crescere. E bravo, il mio cazzo, reagisce, solo al tocco. Continuava, il suo sguardo, era dedicato a lui, vuole prenderlo in bocca, misi la mano sulla testa, forzai, per invogliarla, non si fece pregare, si inginocchio, inizio a Leccare, la cappella,  lo umidi, con la salive, prese, la cappella tra le labbra,

                                          Con La nonna, e mamma
                                               Capitolo 2




Usava, la lingua, leccando girava, intorno, spinsi delicatamente, per entrare, del tutto, capi cosa desideravo, lo prese, tutto quello, che gli era possibile, inizia, andare, dentro fuori, presi la testa con tutte e due le mani, gli scopavo, la bocca, prese, le palle, le accarezzava, capiva, il momento che ero in procinto di sborrare, che lei, stringeva le palle, cosi mi ritardava, attesi un po’, poi, gli feci arrivare il cazzo sino a toccarle il fondo, la bloccai, esplosi, e lei fece fatica, a ingoiare tutta la sperma, ci rimetto in ordine. Nonna dimmi, ti o visto che al momento, che ai finito con, il cazzo di gomma, lai riportato nella camera di mamma, perché?, pensavo che era tuo, mamma a papa. Mi raccomando, di non farne parola, tuo padre, non ce la fa più, non so cosa gli successo, una malattia ai testicoli, e cosi tua madre, e ancora giovane, anche se e tua madre, lo sai che, e bella, e un pezzo di fica, sai gli uomini, che ronzano intorno, per portarsela a letto, cosi si arrangia anche lei. Restai sorpreso, un figlio, non si sa il perché vede i genitori, come non fanno sesso, e stupido, perché come sei venuto al mondo, con una scopata. Nonna quando andiamo a casa tua. Nel pomeriggio se non ai altri impegni, come mai vuoi, andarci?, cosa ti passa per la mente. Che desidero leccarti la fica, e farci una scopata, sul letto, come, si deve, tu che pensi ti piace, il programma. Andiamo nel pomeriggio. Vado a studiare, un po’, mi chiami per il pranzo. Ti chiamo, devo darmi da fare, se no arrivano i tuoi genitori, e non e pronto. Non avevo voglia di studiare, desideravo restare da solo a riflettere, sulle novità, non voglio, mettere la testa nella sabbia come gli struzzi, che mamma mi piaceva come donna, non lo so quante seghe mi sono sparato, pensando a lei, la spiavo, davanti al pc mi sono masturbato a più non posso, guardando le sue foto, al mare, o fatto in casa, a sua insaputa, dove si poteva vedere, le cosce scoperte, una in particolare, un giorno si era addormenta sul divano, la gonna, già era di quelle un po’ larghe, e corta, si vedevano le mutandine, e quel giorno, le aveva bianche, quando guardavo, quella foto, pensavo quando, sarebbe stato fantastico, poterle toglierle, e mettermi con la testa, tra quelle cosce, giù seghe, ora, la pensavo, in un modo diverso, una donna insoddisfatta, sessualmente, io ci provo, devo essere, molto, cauto, delicato, e gentile, non farla arrabbiare, corteggiarla, se mai, sto dando di testa, sai quanti schiaffi, mi arrivano, mi addormentai, mi sveglio nonna.  Vieni, e pronto, e arrivata anche, tua madre. Andai in cucina, mamma era li seduta, beveva, un succo, d’arancia. Ciao mamma, mi chinai la baciai, sulla guancia, mi guardo con sguardo interrogativo, erano anni che non la baciavo, per lei era una sorpresa, mamma e papa?, Di solito non si inizia, se non ce lui. Oggi aveva molto da fare, mangia alla mensa, iniziamo, pure. Il tavolo della cucina, era piccolo, si stava bene, non tanto, mamma, era alla mia destra, spostai ,la gamba a toccare la sua, pensai adesso si scosta, rimase con il contatto, dopo un po’ mossi la gamba come una carezza, mi guardo e sorrise, cosa era un invito a continuare, o pure, sorriso di cortesia, lo mossi di nuovo, nulla non si scostava, non lo so cosa mi ero messo in testa, lo sapevo bene cosa volevo, scopare, con lei, quello, che non capivo, non volevo, capire, desideravo, un rapporto, proibito, questa e il punto, come cita un vecchio proverbio, predicavo bene, e ruzzolavo, male, adesso provo a mettere la mano, feci cadere il coltello, mi chinai per raccoglierlo, guardai le sue cosce, allungai la mano e gli accarezza il ginocchio, attesi tremando una sua reazione che non venne, apri le cosce, gli vidi il triangolo, della mutandina, bianca, tutto accadde in pochi secondi, ripresi posto, non la guardavo, avevo il timore, che mi sgridava. Tony ai perso la lingua, che ti succede, oggi. Niente, oggi vado con, nonna, volevo chiederti, se mi potevi comprare, dei pantaloni, né o bisogno. Ai,la  carta di credito, vai e comprati, quello che vuoi. Lo so, da solo non mi va, non capisco mai mi va bene, o no, pensavo se andiamo insieme, magari sabato che non lavori. Va bene andiamo, sabato. Nel frattempo ero rimasto con il mio ginocchio, appoggiato a lei, in un momento che nonna si giro, rimisi la mano, e gli accarezzai il ginocchio, e Sali più sopra, lei, mi guardo, mosse solo le labbra, mimando, cosa ti prende, ero rimasto con la mano sulla coscia, risposi, sei stupenda mi piace toccarti, sorrise, mi fece cenno, per la nonna, tolsi la mano, ero al settimo cielo, non si era ribellata, la vedevo sorridente, allegra. Come finimmo di pranzare, andai in camera mi, mi distesi sul letto, ero in’attesa di uscire, con nonna, che era andare, a scopare, entro mamma, chiuse la porta, si mise seduta, sul letto. Mi spieghi, cosa ti a preso, di fare quel maneggio sotto al tavolo. Ebbi timore di una sfuriata, guardandola, notai che non era arrabbiata, era divertita, mi diede forza, mamma, non posso spiegarti, perché io non lo so, mi e venuta una voglia matta, di toccarti, sgridami, se Vuoi, non posso farci nulla. E se nonna capiva, quello che facevi?, come giustificavi. Prima di farlo, mi sono assicurato, che non poteva, vedere, era sempre di spalle.  Mi guardava con fare sorridendo. Tesi la mano, presi quella di lei, mamma sei bellissima, la tirai verso di me, misi la mano dietro, la nuca, la tirai giù verso il mio viso, non lo so se lo desiderava, lo voleva, anche lei, le nostre, bocche, si cercarono, le labbra, si socchiusero, e Timidamente, provai a dargli lingua, apri la bocca, la prese, inizio, un bacio Carico, di sessualità, misi la mano tra le cosce, le apri, per agevolarmi, ma aveva, quei maledetti, collant, li odio, quanto erano pratiche,, le calze, con i reggicalze, lei capi la mia difficoltà. Tony amore, adesso non puoi, toccarmi, ce nonna, dobbiamo, rimandare. Come facciamo, io lo desidero, da morire, restare, solo con te. Pazienza, troveremo il modo. Mamma e se domani, pomeriggio andiamo, alla nostra casa al mare. Possiamo, domenica mattina, in questi giorni, sono impegnata, non diremo, nulla, io esco da sola, per lavoro, tu mi aspetti, lontano da casa, se no, papa, nonna, chiederanno di venire con noi. Un’ora dopo usci con nonna, lei era molto affettuosa con me, mi lasciava, la sua auto, prima di andare, all0appartamento, volle fermarsi a fare delle compere, andammo, a casa, come lei apre, la porta, io  la richiusi, la presi in braccio. Matto perché tutta sta fretta. Ti voglio fare impazzire, devo scoparti sino a sfiancarti, mi ai fatto fare troppo seghe, che mi son fatto, in questi anni, era una mega stronzata, non avevo mai pensato di scoparmela, a una donna fa piacere, sentirsi dire, che, la desideri. La portai in camera, la poggiai sul letto, iniziai a spogliarla. Tony lascia faccio io, mi vuoi nuda, non sono una giovane, mi tolgo solo le calze e mutandina. No amore, sei bella, togliti tutto, io feci altrettanto, restammo nudi entrambi, non era una ragazza, e vero, non era niente male, mi distesi, al suo fianco, ci abbracciammo, iniziammo a baciarci, ci girammo, nella posizione, del sessantanove, mettendo lei di sopra, la fica ricoperta, di peli, leggermente, grigi, scuro, iniziai a leccare, la fica, un dite dentro, la chiavavo e leccavo. Tony, che bel cazzo, che ai e cosi duro, e un piacere succhiarlo, lo terrei in bocca per ore, adesso scopami. Nonna voglio il culo, e troppo bello, e fatto per ricevere il cazzo. Come vuoi, tu inculami, se lo desideri, vorrei, impalarmi da sola, mi metto io sopra, vuoi. Fai come ti piace, mi aggiustai, lei si mise sopra, prese il cazzo e lo guido, vicino al buco del culo, forzo, verso il basso, lentamente, il suo culo, si apri, e si prese, il cazzo, sino alla radice, si inarco, un po’, all’indietro, mi mostro, il buco del culo, pieno sino alla radice, del mio cazzo, la presi per i fianchi, la invitai, a salire e scendere, si alzava, quasi a
                                          Con La nonna, e mamma
                                               Capitolo 3






Farlo uscire, poi scendeva, a inghiottirlo, di nuovo, misi un dito tra le labbra della fica, e la masturbavo. Tony amore, che inculata, erano anni, come mi mancava. Aumento il ritmo, di salita, e discesa, ero in prossimo a sborrare, nonna sto per venire, non resisto più. Sborrami, in culo, fammi sentire, la tua, sborra, calda. La bloccai, mi mossi io da sotto , facendo dai movimenti rapidi, pochi secondi e sborrai, mi rilassai, lei continuo ancora, un po’, Grido, il suo piacere. Ci riposammo per una mezzora, andai a lavarmi, nonna sbrigo, le faccende, prendemmo alcuni, pacchi e ritornammo a casa. dopo, cena, mamma mi chiese, se gli facevo vedere, una cosa sul pc, gli dissi vieni in camera mia, come chiuse la porta alle sue spalle, mi abbraccio e sotto voce, disse, non resistevo più, desidero che mi baci, ci baciammo, gli sollevai il vestito, gli misi la mano nella mutandina, che bello potere, toccare, quella fica, tanta desiderata, lei mi apri la patta, mise fuori il cazzo, lo accarezzava, dolcemente, la nonna la chiamo. Ma va fare in culo, adesso deve rompere. Era la prima volta che sentivo mamma, parlare, cosi, andò via, all’ora del Tg, lo si guardava, insieme, se cera un programma che mi andava restavo, anche mio padre, insieme a noi, se loro si mettevano, a vedere, una soap, io preferivo andare, in camera mia, a studiare, ora, il mio pensiero, era rivolto a mamma, al pensiero, che domenica, ci incontreremo per scopare, una domanda mi frullava, in testa, perché in un solo giorno, hanno ceduto, tutte e due, perché?, cosa era successo, forse un giorno lo scoprirò, adesso mi voglio godere, il momento, senza, pensarci, tanto.
L’indomani, al mio, ritorno a casa, nonna, era impegnata, a preparare il pranzo, ciao che ce di buono. Risotto alla Milanese, pollo al forno con le patate. Buono, un bacio me lo dai. Certo che ti bacio. Ci baciammo, ti va di scopare. Adesso, non so se abbiamo tempo. L’abbiamo, mettiti alla pecorina, come ieri, sollevo il vestito si abbasso la mutandina, quel tanto, da scoprire, la fica, glie lo piantai in corpo in un solo colpo, lei grido, non lo so se per la sorpresa, o di dolore, visto, che era un po’ asciutta, basto  poco, si bagno, fu una scopata, rapida, non cera tempo, riuscimmo, appena a godere, che arrivarono mamma, e papa. Domenica mattina chiesi le chiavi di casa alla nonna. Devi portare una ragazza. Ti dispiace se non vuoi, fa nulla, scoperemo, in auto. Ma no prendi le chiavi, e scomodo scopare, in auto, sei giovane, e devi fottere, con le ragazze della tua età, mi auguro, che ne resti un po’ per la tua nonna. Sempre scoperemo, tutte le volte che ne avremo l’occasione, e poi un culo, come il tuo non e facile da trovare. Con un baciai sulla fronte presi le chiavi, con mamma eravamo d’accordo, per il luogo d’incontro, mi ero cosi tanto curato, per chi era all’oscuro, di chi, dovevo incontrare, di sicuro, pensava a un incontro, galante, una donna da fare colpo, e non mia madre, attesi pochi minuti, arrivo mamma, Sali in auto, sei bellissima. Grazie e tu un fantastico, giovanotti, ai, il preservativo, senza non facciamo nulla. Non li o fermati a una farmacia che li compro. Comprai i preservativi, mamma volle fermarsi, a fare colazione al bar, ebbi l’impressione come voleva rimandare, l’incontro,  ero al settimo cielo, tra non molto scopavo la donna dei miei sogni, finalmente, si decise, come entrammo, in casa la baciai, mamma e una vita, che aspetto questo momento. Lo so amore mio, quante seghe ti sei fatto, pensando a me, guardando le foto, credi che non ero a conoscenza, non conosci tua madre, adesso non parliamo più, siamo venuti, per scopare, e scopiamo. Risi di questo suo modo di fare, mi prese, per mano, mi, porto in camera da letto. Spogliati amore. Mi spogliavo, e lei altrettanto, restammo nudi. Caro mio, ti ho fatto proprio bene, ai  un, fisico, da sballo. Grazie e opera tua, tu sei cosi bella, e Bona, un gran pezzo di fica, chi sa quanti, ti corteggiano. E solo tu sei riuscito a portarmi, qua, un incontro d’amanti, adesso basta parlare, andiamo ai fatti, stendiamoci sul letto, ti voglio vedere con la testa tra le,mie cosce,  si stese, sul letto, tirandomi con lei,  mi guido, nel mezzo delle sue cosce, la fica, ricoperta, di peli, biondicci, corti, rasata ai lati, con le labbra un po’ aperte, il clitoride, non era nascosto, guardavo. Che cosa fai non guardare datti da fare, e girati che o voglia, di succhiarti, questo grosso cazzo. Ci leccavamo, lei leccava e succhiava il cazzo,, non come nonna lei ti succhiava l’anima, mamma lo succhiava, leccava, con arte. Tony, metti il preservativo. Lo misi, mi guido dentro di lei, mi disse chiavami.  Mi dispiace volete che io finisca la storia, non mi sento bene, forse, quando mi sentirò meglio, lo farò.


Salve sono la mamma di Tony, cercando, dei ricordi di mio figlio, o letto il racconto che lui, non e riuscito a finire, dopo un po’ che ci pensavo, o Deciso di finirlo, io. Qualcuno che legge la storia di mio figlio Tony, penserà che, il ragazzo, si e trovato, con una mamma, e nonna, due puttane, forse e cosi, non lo so, e non mi frega un accidente, del giudizio dei, cosi detti ben pensati. Io sono un medico, anche mio marito, un giorno vidi mio figlio, in pantaloncini corti, aveva delle macchie rosse, all’interno delle cosce, gli chiesi, da quanto tempo le aveva, un po’ di tempo, la mattina prima che usciva, per la scuola, gli prelevai del sangue, risultato, leucemia, fulminante, eravamo disperati, il mio unico figlio, non ci voleva molto, l’avrei perso, ne parlai con mamma, si decise di accontentarlo, in tutto quello che desiderava, ero a conoscenza che si masturbava, guardando le mie foto, quando si scopo mia madre, lei mi racconto tutto, gli aveva raccontato del padre, decisi, di farmi scopare, anche io, cosi la smetteva, di immaginare, prima che la malattia, lo colpiva, in pieno scopammo varie volte, ora non c'è più, a me resta, il pensiero di averlo visto felice, dentro di me.












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