Una Vacanza In Brasile
Io e due amici, decidemmo di andare in Brasile per una vacanza.
Se ne parlava, quasi tutti i giorni. Sapete come succede, chiacchiere
da bar. Alla fine arrivò il giorno che euforici, salutammo amici e parenti
invidiosi della nostra partenza. Dopo un bel po’ di ore di aereo, arrivammo a
Rio de Janeiro. Inutile dire che eravamo entusiasti. Data la differenza del
fuso orario, era mattina al nostro arrivo. Dopo esserci sistemati, io che sono
malato per la frutta. Mi abbuffai al buffet. Facemmo un giro per la città, piena
di locali notturni. Ragazze che ci invitavano, che si offrivano. Si decise di
dare un’occhiata alla famosa spiaggia di Copacabana, c’era da farsi venire un
infarto. Tantissime ragazze, di tutte le razze e colore. Erano di mille colori.
Dovuto a chi per l’abbronzatura, chi per il suo colore naturale. A noi tre ci
sembrava di essere capitati in un film tipo cine-panettone. Due giorni dopo, la
sera, andando in giro, delle ragazze more, ci invitarono a entrare in un
locale. Il solito locale dove le ragazze, non sono altro che delle puttane. Comunque
entrammo nel locale, le luci soffuse e molto colorate. Attirò la mia attenzione
una giovane ragazza, di una bellezza mozzafiato; restai ammaliato. Non solo il
volto ma anche tutto il resto, aveva tutte le curve al posto giusto. Sembrava
una ragazza copertina. Mi si avvicinò.
- Caro ti ho sentito sai, Italiano vero?
- Si sono italiano, come mai lo parli così bene? Sono stata a Milano
per un bel po’, lavoravo nei locali. Ci sediamo mi offri una coppa? Certo ma
gli amici? Sono con le ragazze si divertiranno. Guardai gli amici dissi loro
che avrei bevuto qualcosa con Adriana così si faceva chiamare. Notai che una
ragazza mi faceva segno di no, non capivo. Lei prese la mia mano e mi guidò ad
un tavolo. Una ragazza arrivò velocissima a prendere gli ordini. Le luci era
molto soffuse, davano quella sensazione di essere da soli. Passarono alcuni
minuti. Mi invitò a ballare, io me la cavo. Ma lei sembrava che volasse. Mi
invogliava a bere ed io come un vero stupido, brindavo. Ad una certa ora mi
chiese se volevo chiavare. Ovvio che lo volevo ero li per quello.
- Andiamo caro, ti porto a casa mia.
Arrivati a casa sua, mi offrì una bevanda, sentivo il gusto del cocco;
mi fece sedere, mi tiro giù i pantaloni, si inginocchiò, prese il cazzo ed
iniziò a leccare la cappella. Misi le mani sulla sua testa pressandola giù, capì
che doveva prenderlo in bocca. Lo prese iniziando a succhiarlo. Mai in vita
mia, avevo trovato una donna che lo succhiava così bene. Avevo l’impressione di
essere nel paradiso della lussuria, del godimento. Lentamente lo invitai a
distendersi. Desideravo accarezzarle il culo, la figa. Si mise nella posizione
del sessantanove e lì ci fu la sorpresa mi trovai a portata della mia bocca una
grossa cappella, cazzo era un trans. Quella capocchia liscia, era tesa e
lucida. ‘’Lui, Lei’’ Non sapevo più come definirla. La situazione era un po’
imbarazzante. Non sapevo prendere una decisione; per amore del vero quel cazzo
mi attirava ma quando lui-lei fece un movimento accostando il cazzo alla mia
bocca, mi girai, non era per me. Lui lo capì, si scostò. Ora per me era
importante finire. Mi concentrai su una ragazza, che frequentavo,
occasionalmente e sborrai. Lui ingoio tutto senza perderne una goccia. Lo pagai
ed andai via. Al mio rientro i miei amici, dormivano. Capii allora
ripensandoci, il segno della ragazza, che mi diceva di cambiare. È stata un’esperienza,
come tante.
Io non ho nulla contro i trans o gli omosessuali. Tutti devono vivere
la loro vita come meglio credono.
Io preferisco la figa e se possibile. Bella pelosa.
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