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La Mia Sorella Adottiva Nera ( Da un Lettore Del Blog )





                                      La  Mia Sorella Adottiva Nera

Da bambino non capivo. Perché mia sorella era nera?.
I bambini molte volte. Nella loro innocenza. Diventano più cattivi degli adulti. Gli anni passavano. Noi si cresceva, diventati grandi. Seppi che era stata adottata. Dopo la scuola, io parti per gli stati uniti. Ebbi la fortuna di trovare un ottimo impiego. Tutte le volte che avevo tempo. Parlavo con casa, con skype. Una volta mi capito. Che rispose, la mia sorella. Credo che non si era resa, conto che stava, senza reggiseno, mi presento due poppe.
- E’ Emma, che fai, mi mostri. Le poppe, sono anche belle.
- Belle per chi?. Lo sai io sono una nera. Per trovare un ragazzo. E’ cosi difficile che, non lo sai. Adesso con questi emigranti. Ti confondono con loro.
- Vieni qua da me per una vacanza.
- Davvero?, non ti do fastidio. Ma no tranquilla.  
- Non ai la ragazza.
- Non o nessuna.
- Non ti credo possibile che ti spari le seghe.
- Ma ti senti come parli.
- Meglio lasciar, perdere,  ci sentiamo domani, quando tornano, i nostri glie ne parlo.
- Una settimana dopo andai, a prenderla al’aeroporto. Il solito abbraccio baci.  A casa avevo preparato  pranzo. Dopo pranzo lei voleva dormire, il fuso orario. Ti stanca . mentre lei dormiva io iniziai a lavorare, computer. Dopo un po’, mi fermai per una pausa. Guardai verso di lei. Si era scoperta, del tutto, stava solo con il reggiseno e mutandina, bianche. Il contrasto era notevole. Guardandola, iniziai a eccitarmi. Mi accarezzavo il cazzo da sopra, i pantaloni. Mi eccitai  cosi tanto. Lo tirai fuori, iniziai a masturbarmi. Come un automa. Mi alzai è mi avvicinai al divano. Mi inginocchiai, vicino, al ventre. La guardai dormiva. Misi la bocca vicino alla mutandina. Senti il profumo di figa. Avevo una paura matta di svegliarla. A un tratto senti delle mani che, mi pressavo, giù. Poggiai la bocca, sul ventre è iniziai a baciarla. Lentamente scesi sulla mutandina. Preso l’orlo e glie le tolsi.  Era la prima volta che vedevo, .a figa. A una donna di colore. A parte qualche foto. Il suo monte di venere, ricco di peli molto ricci, poggia la bocca, è senti, i peli duri. Gli feci aprire le cosce. La figa, appena con le labbra, aperte. Sembra un fiore di porpora. Mi avvicinai quasi con riverenza. Passai la lingua tra le labbra. Cercai il clitoride. Lo presi tra labbra. Lei inizio a sospirare. Cercavo di penetrarla, con lingua, indurivo la punta. Lei mi pressava sopra. Mi liberai della sua stretta. La feci stendere a terra sulla folto, tappeto. Mi misi tra le cosce guidai il cazzo. Diedi un colpo di reni. Entrai in lei. Mi fermai, per un po’. lei aveva messo. I piedi, sulle mie gambe, spinse il ventre contro, di me.
- Amore mio finalmente, sei dentro di me. Chiavami, forte, trombami cosi amoree. Avevo iniziato a fare il movimento più vecchio del mondo. Misi una mano di sotto, tra le natiche. Passai un dito vicino al buco del culo.
- Amore metti un dito dentro.
- Forzai, entrai, iniziai a muoverlo.
- Amore che bellooo. Cosi mi piace.
- Continuai a chiavarla. Sino a che, lei mi grido il suo amore,è il suo godimento. Aumentai il ritmo. Al momento di sborrare. Mi tirai indietro, continuai con la mano. L’orgasmo, arrivo come un fulmine. Sborrai, cosi tanto che sembrava che non la voleva, finire di sputare sperma. Mi andai a pulire, avevo raccolto la sperma nella mia mano. Al ritorno. Lei era seduta sul divano, mi sorrideva.
- Caro mio finalmente, abbiamo scopato. Posso chiederti perché non sei venuto dentro.  
- Ci manca che ti ingravidi. Non puoi prendo la pillolina.

Da quel giorno scopavamo tutte le volte, che ne avevamo voglia. Lei conobbe un ragazzo di colore, Un bravo, ragazzo. Si sposarono. E’ anche lei è restata, qui negli USA.

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