In
Crociera Con Mamma
Capitolo 1
Il matrimonio dei miei genitori,
arrivo a limite, non si sopportavano, più, dare delle colpe, non saprei, non o
voluto schierarmi, con nessuno dei due, anche se, sono più legato a mamma, non
scrivo, per retorica, tutti i figli sono legati molto di più alla madre, la
colpa che posso dare a mamma, e che lei, e una donna dura, e titolare, di una
società di navigazione, e forse, questa e la causa di tutti i mali, non sono
qui a raccontare, la vita di mia madre,non interessa a nessuno, devo
descriverla, capelli neri lunghi e vaporosi, carnagione scura,
e come fosse
sempre abbronzata, alta, una quarta di seno, e un culo favoloso, una gran figa,
quando entra, in un salone, o altro luogo pubblico, non passa inosservata, con
la separazione, con papa, gli cadde il mondo addosso, venne fuori la sua
fragilità, di donna, la vedevo triste e svogliata, mi feci un promessa, di fare
di tutto, per, farla tornare il sorriso, e la voglia di fare.
Una sera, dopo, cena, la donna di
servizio,andò, via, mamma si era ritirata, in camera sua, cosi pensavo, ora
parlava, poco, pensai di uscire, mi venne voglia di andare in bagno, aprendo la
porta, del bagno restai scioccato, mamma era vicino alla cabina doccia nuda,
rimasi li come un allocco, poi mi ripresi, scusami mamma, non ai chiuso la
porta, a chiave.
Dario che mi ai visto nuda, sono
vecchia, chi sa quante belle ragazze, vedi tu.
Nessuna e bella come te, ti
assicuro, che dico, la verità, dimmi io o pensato di uscire, andiamo, vieni con
me-
Dove mi vuoi portare, non o
voglia, di vedere nessuno.
Andiamo da qualche parte, dove
non siamo conosciuti, su bella, vestiti, anche se e piacevole la vista, o
voglia di farti divertire.
La vista ti piace, non sono più
quella di una volta,. Mi avvicinai quasi a toccarla, e guardandola negli occhi,
sei bellissima, gli accarezzai il viso, tu fai impazzire gli uomini, mi
guardava, in uno strano modo, o ero io che speravo di vedere, in quello sguardo
quello, che desideravo, di vedere, i suoi occhi verdi, sorridevano, mi feci
coraggio, la presi per i fianci e la strinsi dolcemente la baciai sulla guancia
vicino all’orecchio, gli sussurrai, mi piacerebbe stringerti, cosi come sei
tenerti stretto a me, vuoi.
Non e normale quello che mi
chiedi sono nuda, e non capisco, perché sono rimasta, nuda davanti a te, se
desideri stringermi, tra le tue braccia, fallo pure. La strinsi in un abbraccio,
forte, e il cazzo che era, duro, per l’eccitazione, presso contro, il suo
ventre, la baciai di nuovo vicino all’orecchio, gli soffiai aria calda, nell’orecchio,
presi il lobo tra le labbra, lei reagì spingendo il ventre, contro il cazzo, mi
spostai baciandola sulla guancia, sulle labbra, provai a dargli la lingua,
apri, la, bocca, accetto la lingua, iniziammo, a giocare con le lingue, lei
mise le mani dietro al mio collo, e si stringeva, gli accarezzai la schiena, e
scesi sul culo, la passai tra le natiche, di la passai davanti, la misi tra le
cosce, le apri, per agevolarmi, gli misi due dite in figa.
Amore che stiamo combinando, non
possiamo, mio dio, e bello, continua, cosi, si mi piace.
Mi sbottonai i pantaloni, presi
la sua mano e la guidai, a prenderlo, lo prese e inizio a masturbarmi, mi
sarebbe piaciuto un sacco, Ficcarglielo in fica, credo che si spaventava, l’enormità,
dell’incesto completo, entrare, da dove ero uscito tornare alla fonte della
vita, pensai, di portarla per gradi, non avevo mai pensato a mia madre, come
una donna da portarmi a letto, di chiavarmela, ero si consapevole del suo
fascino, di gran figa.
Mi spostai feci in modo che il
cazzo, gli toccava il monte di venere, lo lascio, apri le cosce e se lo mise
nel mezzo stinse leggermente le cosce, il cazzo strofinava tra le labbra della
fica, iniziai a muovermi che se chiavavo.
Che bello amore, mi piace sentire
il tuo cazzo bollente, che mi massaggia la fica, continua cosi fammi godere,
amore mio e bello, godoo, sborra anche tu fammi sentire il tuo piacere, tra le
cosce.
Misi le mani sul culo, mi
muovevo, più veloce, non era uguale come chiavarla, era sempre qualcosa di
proibito, eccitante, schizzai, tra le sue cosce, ci baciavamo come degli
invasati, le nostre bocche non trovano pace, eravamo affamati, di piacere,
lentamente ci calmammo.
Dario amore, non dovevamo, e
stato bellissimo, e sono cosi, contenta, come non lo ero da tempo, faccio la
doccia e usciamo.
Poco dopo, uscimmo, mi, chiese di
andare, dove volevo, senza paura, eravamo madre e figlio, tutti i locali, eleganti frequentati da
persone, dell’alta società, eravamo conosciuti, io, ero il rampollo di una
famiglia ricca, anche se e vero, mia madre e molto dura, a tirare fuorii soldi,
quella notte la vidi sorridere, divertirsi, accettava, i complimenti, e il
corteggiamento degli uomini, singoli, tutta l’abbiente era a conoscenza, della
separazione, era quasi l’alba, quando rientrammo a casa.
Dario e stata una bellissima
notte, dobbiamo, ripeterla.
Lo faremo, se lo vorrai, non
cambierai idea.
Non lo faro, andiamo a riposare
un po’ o molto lavoro in ufficio.
Mi bacio, e sorridendo, si chiuse in camera sua, mi
sveglio lo squillo del telefono, guardai l’ora, erano le tredici, mamma che ce.
Dormivi mi dispiace, di averti
svegliato, ai, il tempo di prepararti tra poco arrivo e partiamo, per una
crociera, la governante, mi sta preparando le valigie contento passeremo dieci
giorni insieme, ciao.
Qualcuno si chiederà come si fa a
partire, in un solo giorno, per la crociera, la risposta e semplice, le navi da
crociere, appartengono a mamma, e su tutte le navi, ce una suite,
dell’armatore, noi possiamo raggiungere le navi, in qualsiasi momento, che
vogliamo, si avvisa il capitano, andiamo a bordo.
Due ore dopo, mamma arrivo con
l’auto, della società, non ci mettemmo molto, e partimmo per il porto di Genova,
a mezzanotte,dopo i saluti, ci ritirammo, nel nostro appartamento, cerano letti
separati, mamma, mi venne vicino, mi bacio, e mi disse, dormiamo insieme o
freddo, mi devi riscaldare, la nave partiva per Barcellona, al mattino, dopo
avere messo a posto le nostre cose, si girava, intorno, nessuno dei due
prendeva l’iniziativa, la presi per mano, la portai vicino a letto, iniziai a
spogliarla, lei aiutava me, restammo nudi, ci stendemmo sul letto, me la tirai
su di me, il cazzo duro, spinse contro il suo ventre, lei lo piego, quel tanto
da poggiarsi sopra, cerco la mia bocca, iniziammo a baciarci, le lingue
sembravano di avere una volontà propria,, gli accarezzavo il culo, misi le dite
tra il solco, di pesca, cercai il suo buco del culo, lo stuzzicai, per un bel
po’ , provai a mettergli un dito in culo.
Mi piace, che mi stuzzichi il
culo, sai che non lo mai preso, nel culo.
Vuoi provare?, sta a te.
Non mi farai male?, sai sono
tentata, un po’ per provare, e per non farti entrare da dove sei uscito, ce
qualche lubrificante?.
Io della crema per il viso, e
neutro, possiamo usare quella, lo vuoi veramente.
Si lo voglio, prendi la crema.
Dopo averla presa, la baciai di
nuovo, lasciai la bocca, e scesi giù, piano fermandomi prima ai due seni, non
erano grandi, una media, erano ancora sodi, mi dedicai a, l’oro con impegno, o
letto da qualche parte, che quando ti prepari a inculare una donna, devi
portarla, al culmine dell’eccitazione, deve essere lei a chiedere, essere,
chiavata o inculata, il desiderio di ricevere il cazzo, dalle tette, scesi
lentamente, baciando e usando la lingua, mi fermai per alcuni secondi sull’ombelico,
gli feci aprire le cosce, con la punta della lingua, cercai il clitoride, lo
martellai, con la lingua sino a che non divento duro come un fagiolo, lo presi
tra le labbra, lo succhiavo, lei mi aveva messo le mani sulla testa, mi teneva
pressato sulla fica, gli misi un dito, in figa e uno in culo, leccavo e la
chiavavo con le dite
Dario che bello mi farai venire
un infarto per tanto piacere, sto godendo, tantissimo, girati verso di me dammi
il cazzo o voglia di farti un pompino, di succhiartelo, questa bella mazza, che
ai.
Non mi girai, non volevo che,
facendomi il pompino sborravo, desideravo, incularla, a lungo, desideravo che
godeva, cosi la prossima volta, ricorderà, solo il piacere, e non il dolore
della penetrazione, continuai a leccare, la figa, ancora, e ignorando, il suo
richiamo a dargli il cazzo, la feci girare, a pancia sotto, mi spalmai il cazzo
di crema, e, la misi, vicino al buco del culo, guidai il cazzo, diedi una
spinta, leggera, la capocchia trovo, la strada, ben lubrificata, entro, diede
un leggero grido di dolore, mi fermai, restai in attesa.
Amore sei entrato tutto, ti
sento, che mi ai aperta, il culo.
Non sono del tutto dentro solo la
capocchia, e dentro.
Entra del tutto fammelo sentire
tutto, mi devi annientare, o voglia di godere, e soffrire, lo desideravo, nel
culo, pompami dai.
Spinsi, entrai del tutto,
iniziai, a pomparle il culo, lei inizio a gemere, di piacere, misi la mano di
sotto, gli stuzzicavo il clitoride.
Che bello, amore, non o mai
goduto tanto, pompami, chiavami forte, e bellissimo, godoo, o sì, cosi e
bellissimo.
Avevo accelerato il ritmo di
entrata uscita, non resistevo più, sborrai, fu tanta, mi rilassai restando
dentro di lei, la baciai, sul collo, lei si giro, ci baciammo con la bocca,
amore sei stanca, vuoi che mi tolga, vuoi continuare.
No, sono distrutta, togliti di
sopra.
Mi tolsi misi di fianco, lei si
giro, e mi abbraccio, ci addormentammo felici.
Erano le dodici, lei mi sveglio,
aveva un bicchiere con il succo d’arancia.
Buongiorno amore, la nave e
partita, preparati abbiamo, dei doveri lo sai.
Mi alzo, tranquilla, i doveri,
salutare il comandante, il capo commissario, di bordo, tutti ci guardavano con
rispetto, nell’entrare nel ufficio del commissario, cera una ragazza, al banco,
del ufficio informazione, bellissima, guardandola, mi venne in mente, le
madonne fiorentine, una bellezza, mozza fiato, in seguito venni a conoscenza,
che lei era di Firenze, gli feci il mio migliore sorriso, lei ricambio, il
sorriso, non capivo se era di cortesia, o perché ero il rampollo, della padrona,
futuro armatore, mi augurai, che era per me, dopo avere salutato lo staff,
chiesi a mamma, di volere fare un giro da solo, mi disse vai, mi fermai al
banco, signorina posso offrirgli un aperitivo, mi chiamo Dario.
Io sono Loredana, non posso accettare
tutti gli inviti dei passeggeri.
Credo di essere diverso, mi dica,
di si accetta, e non perché sono il figlio della signora Cristina.
Anche se lo vorrei, devo stare al
mio posto, sino a che non finisce il mio turno.
Me la vedo io, accetta, mi disse
di si, rientrai nell’ufficio, del commissario, e gli chiesi di sostituire la
ragazza, attesi alcuni minuti, lei fu libera, questa storia con la ragazza, non
centra, posso solo dire, che, alcuni anni dopo, ci incontrammo negli U S A,
oggi e mia moglie, ci amiamo molto.
Tornando alla crociera con mamma,
dopo i saluti, ci comportavamo come tutti i passeggeri, la sera dopo cena,
andavamo nel salone delle feste, si ballava, guardavamo lo spettacolo, tutte le
sere, in camera si facevano dei sessantanove, infiniti, e inculate, una notte.
Dario questa notte voglio
chiavare, desidero che mi scopi.
Mi rendi felice e quello che più
desidero.
Ti credo, ma tu vuoi scoparti la
ragazza, come si chiama, Loredana, vero.
Non dico di no, siamo soli amici, e poi lo
sai, qui in questo contesto siamo sotto gli occhi di tutti, adesso voglio con
tutto me stesso scoparti.
Portami a letto, e fammi
impazzire, di piacere.
Ci spogliammo, restammo nudi,
entrambi, inizio, a baciarmi, per tutto il viso.
Amore mio, figlio, e amante, sono
una donna perduta, non mi, importa, stendenti, su di me e dentro di me,
scopami, chiavami, fai in modo che raggiunga, il massimo del piacere.
Mi misi con la testa tra le
cosce, iniziai a leccargli la fica, dopo un bel po’ , mi invoco di chiavarla,
Sali su, tra le cosce aperte, fu lei a prendere il cazzo, a guidarlo,
all’ingresso della fica.
Chiavami entra, in me, ecco cosi,
e una sensazione stupenda, sentire il tuo cazzo, dentro il mio corpo, scopami,
con forza, non essere gentile mi piace, sentire, il cazzo, che entra con forza,
si amore mio Chiava, forte lascia che godo, cosi amore sborrami in fica, che
bello, amore.
Aumentai il ritmo come desiderava
lei, fui costretto a prendere il lenzuolo tra i denti, per non gridare, tanto
era forte il piacere, era la prima volta che godendo a schizzando lo sperma in
figa, che provavo un piacere cosi intenso, lei grido con me, scopammo ancora
quella notte, la crociera, fini, tornammo a casa, e si scopava tutte le notti,
poi mio padre, torno a casa, si chiarirono, e io come era nei progetti, parti
per gli stati uniti, come o scritto incontrai Loredana, il resto della storia,
non conta.
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