Un Amore
Di Fratello
Ciao stamattina mi sono svegliata, felice come non lo ero da
molto tempo, cosi o deciso di raccontare la mia storia, la nostra storia, tutto
quello che successo, tra me e mio fratello, Marco, io sono Mara, o
trentaquattro anni, dicono che sono una bella figa, credo di esserlo per
davvero, visto gli sguardi, degli uomini, sono un metro, e settanta, capelli,
neri, anche se a volte, mi faccio bionda, una pelle, di un colore vicino al
bronzo, per le tette, uso la quarta, e un culo, a mandolino, come mi disse,un
mio amante napoletano, mi depilo, la mia micina, quel poco ai lati, senza
strafare, la figa senza peli, non e figa, dipende dai punti di vista, mio
fratello, e più alto di me, e un bel uomo, ne a fatto strage di figa, e ora che
mi sono presentata, eccomi qua pronta a raccontarvi la mia fantastica, storia.
Alcuni anni fa, mio fratello,
litigo, con mamma e papa, prima a parole, a un tratto mio padre gli mollo uno
schiaffo, lui non reagì, io ebbi paura, perché Marco, era più grande, di papa,
lui lo guardo, non disse, nulla, andò in camera sua, prese, una borsa, con un
po’ della sua roba e usci, nel farlo, papa, e mamma gli gridarono dietro, se
esci da questa casa, non ci farai più ritorno, lui si giro, rispose, state
tranquilli, non mi vedrete, neanche morto, usci, io gli corsi dietro, mi
aggrappai a lui, Marco, non andare ti prego, io o solo te fratellone. Mi
dispiace, Mara, devo andare, io voglio, fare quello che, mi sento di fare, o un
fuoco che mi brucia, dentro, ci terremo in contatto. Mi bacio, mi strinse a se,
si allontano, invano, furo le mie lacrime, andò via senza girarsi indietro,
entrai, in casa, come una furia, gridai a miei, cosa avete fatto, e vostro
figlio, solo, perché non Vuole fare quello, che voi decidete, sia per lui, che
per me, vi sentiti, Padroni, solo perché ci avete messi al mondo, e ci date da
vivere, vi odio, appena posso scappo, e non mi vedrete, più neanche me, farete
una vecchiaia da soli, la gioventù non dura, in eterno lo sapete, per miracolo,
riuscì a scappare, fuori casa,papa mi correva dietro, voleva menare, andai a
casa, dai miei nonni, mi videro sconvolta, raccontai l’accaduto, erano i nonni
paterni, la nonna, una donna fantastica, il nonno non mi piaceva, trovava tutte
le scuse, per toccarmi, lui crede che io non o capito che con la scusa di farmi
il solletico, mi tocca il seno, un girono che eravamo soli, oso e ne prese, uno
in mano, era estate, io ero senza reggiseno, lui metteva, una mano dietro la
schiena, e con l’altra, mi faceva solletico sotto al braccio, due dite erano
impegnate, a far solletico, le altre mi toccava il seno, con il tempo, ne
approfittai, il giorno che, oso mettere
la mano, a prenderlo, gli chiesi, con una voce, ingenua, che non lo sono, nonno
, mi dai venti euro, mi piace come mi tocchi, la tetta, lui capi, che non
poteva rifiutare, me li diede, e da quel giorno diventai, un po’ puttana, lui
si godeva a toccare, il mio giovane corpo, io ne approfittavo, a farmi dare dei
soldi, lui osava sempre di più, prima inizio, se poteva dare un bacio alla
tetta, poi a toccarmi il culetto, io chiedevo sempre di più, mi mise la mano
nella mutandina, mi tocco, la figa, mi masturbava, li non chiesi soldi, cazzo,
mi piaceva, mi fece avere il mio primo orgasmo, da quel giorno, andavo più
volentieri da lui, dopo la scuola, trovavo una scusa, mi recavo dai nonni, lui
come avevamo l’occasione, mi masturbava, un giorno mi fece toccare il suo
cazzo, duro e caldissimo, mi insegno a fare una sega, mi piaceva, tenerlo in
mano, scappellarlo, vedere, quella cappella tesa, e con quella piccola bocca,
mi affascino, moltissimo, vederlo schizzare, sperma, un pomeriggio, mamma mi
avviso, che veniva il nonno, per, riparare il rubinetto del bagno, se restavo a
casa, arrivo nel primo Pomeriggio, speravo in qualcosa di più, scoprivo il
sesso, la mia curiosità, mi spingeva, a cercare di più, tramite internet,
vedevo dei filmati, e mi promettevo, alla prima occasione ci proverò, come a
fare, un pompino, li iniziai a pensare, di fare sesso con mio fratello, cercavo
in tutti modi di provocarlo, lui mi ignorava, mi faceva andare in bestia.
Tornando a quel pomeriggio, il nonno arrivo, come chiuse la porta, mi chiese,
chi ce in casa, nessuno, mi trovai che mi stringeva, e la sua lingua, che,
cercava, la mia, mi sentivo venir meno, di come mi sentivo, guido la mia mano a
prendergli il cazzo, lo tirai fuori dalle braghe, intanto lui, mi baciava, e mi
accarezzava il culo. Cara andiamo di la, desidero leccarti un po’ la fica vuoi.
Si nonno, lo portai in camera mia, mi tolsi le mutandine, mi fece mettere di
traverso, e mi apri le cosce, si inginocchio, inizio a passare la lingua, a
pennello, prese il clitoride, tra le labbra, lo leccava muovendo la lingua
molto velocemente, non ci volle molto, che iniziai a miagolare, come una gatta
in calore, era la mia prima volta, che provavo, a essere leccata, e mi piaceva
un sacco, a un tratto strinsi le cosce, presi la sua testa lo strinsi, e gli pressai
la faccia sulla fica, alcuni secondi, si libero, mi fece mettere seduta, si
calo i pantaloni, mi mostro il cazzo, duro, eccitato, la cappella, colore
rosea, puntava, dritta, verso la mia bocca, desiderosa, di provare, a
prenderlo, di succhiarlo, mi ricordavo, come avevo visto fare, lo presi gli
passai la lingua tutto intorno alla cappella, raccoglievo la saliva, glie la
lasciavo sul cazzo, per inumidirlo, mise la mano sulla mia testa, mi forzo, a
prenderlo, non, mi feci pregare, era quello, che desideravo,lo presi, nel
posizione che eravamo, io mi trovavo,
leggermente, più in alta, la capocchia mi strofino sotto al palato, mi piacque,
quella, sensazione, la figa ebbe degli spasimi, mi tenne ferma, con la testa,
inizio lui, mi chiavava in bocca, mi
toccava il fondo della gola, la fica, colava, godevo di continuo, a un
tratto, senti il cazzo, ingrossarsi, capi cosa stava per succedere,stava Per,
sborrare, l’avevo capito quando gli facevo le seghe, la vena sotto si
ingrossava, si blocco, mi arrivo tanta sborra calda e cremosa, ingoiai. Ti
piace vero leccalo, ancora mi piace sei, bravissima, cosi, che brava. Prese la
mia mano e la guido, a farsi accarezzare le palle. Cara leccale, un po’ anche
di sotto, ecco cosi metti un dito vicino al buco del culo, lo accarezzi un po’
vuoi. Feci come mi aveva chiesto, mi piaceva, sentire sulla lingua, i peli,
capi che gli piaceva, gli misi un dito nel culo, il cazzo, ebbe un sussulto,
continuai, mi alternavo tra cazzo, e palle, stavo per smettere, lui mi
trattenne, mi chiese di prendere il cazzo in bocca, pompai un po’, e come prima
mi schizzo, di nuovo, in gola, dopo avergli succhiato sino all’ultima goccia,
andai in bagno, mi diedi una sciacquata, alla bocca, nonno ti e piaciuto come
ti o fatto i pompini. Sei una amore, ai imparato, in fretta. Io si ma tu sai
che, o preso la patente vero. Si lo so, cosa centra la patente, con i pompini.
Centra nonno, tu mi compri l’auto. Io non compro niente, che cazzo ti sei messa
in testa. Come vuoi, adesso vado all’ufficio di papa, e gli dico che quello
stronzo del padre, mi a importunata, e tanto tempo, che mi tocca, oggi per
forza, mi voleva mettere il cazzo in bocca, credi che puoi difenderti,
crederanno a me, la ragazzina che amava il nonno e lui a fatto il porco, se mi
compri l’auto, i pompini continueranno, alla prossima volta, ti darò il culo,
che rispondi. Che sei una puttanella, e ricattatrice. E tu un vecchio bavoso,
guardati, non ti fai schifo, importunare, e sfogare, i tuoi istinti, vado da
papa. Te la compro l’auto di seconda mano, d’accordo. Certo nonno io ti voglio
bene, e ci divertiremo, molto vedrai ti piacere, farmi il culo, quando andiamo,
io penso, che puoi, riparare, il rubinetto, e usciamo. Va bene cerco di fare,
più presto possibile. Ok forse, sono una puttana, a ricattarlo, ma lui e un
avaro, e un tirchio della malora, cosi gli faccio sborsare un po’ di soldi, e
se lui aspetta, che gli do il culo, se lo deve togliere dalla testa, quello e
per il mio amore, Marco, mi compro l’auto, e da quel momento non mi cerco più, non
voleva, rischiare di essere ricattato, e io non lo cercai più, in apparenza,
ritornammo a essere, nonno e nipote.
La storia che volevo raccontare,
e quella tra me e mio fratello, non si seppe più nulla di lui, i miei, non ne
parlavano, io ne soffrivo, il tempo passava, e non si avevano notizie, di lui,
un giorno, guardavamo il Tg della sera, quasi alla fine, parlarono di lui, di
un giovane scrittore, venuto alla ribalta, per il suo libro, dissero il titolo,
stava avendo successo, sia di critica, che di vendita, mi girai di scatto,
verso, i miei, cosa dite ora, a seguito la sua strada, e guardate, dove
arrivato. Non m’interessa, e uscito dalla mia vita. Restai sconvolta, e mamma,
che non diceva nulla, vorrei una risposta da voi, e vostro figlio, e tu mamma,
come fai a rinnegare, tuo figlio. A fatto la sua scelta, e non ne parliamo,
più. non risposi, che potevo dire, mi chiusi in camera mia, basta pensai, come
e possibile, preparai un borsone, e l’indomani mattina andai dai nonni, gli
raccontai, tutto, la mia vita, cambio, cercavo di contattarlo, senza successo,
comprai il libro, contattai l’editore, niente da fare, passavano gli anni, io
non tornai più, dai miei, incontrai un ragazzo, ci sposammo, ebbi due bambini,
al mio matrimonio, non invitai i miei, loro si presentarono, lo stesso, il
matrimonio non duro molto mi separai, di mio fratello, solo notizie, dai
rotocalchi, mi fece male, quando lo vidi, in una foto, con una donna,
bellissima, e lui, era diventato, ancora più affascinante, un giorno, un
giornale, pubblico, un articolo, scrivevano di lui, lo premiavano, al premio di
Viareggio, non dissi nulla a nessuno, lasciai i bambini da nonna, in una
valigia, misi un po’ di vestiti, e una era un abito da sera, mi recai, a
Viareggio, la sera, del premio, indossai, L’abito, da sera, dopo, essere stata
dal parrucchiere, mi presentai, al Salone, dell’albergo, come entrai lo vidi,
gli andai incontro, lui mi noto, vidi la sorpresa, e il sorriso, gli corsi
incontro, mi buttai con slancio, nelle sue braccia, lui mi strinse a se, in un
forte, abbraccio, gli sussurrai, amore mio dopo tanto tempo, sembra un sogno.
Sei cambiata, molto, ti avrei riconosciuto, sei bellissima. Grazie amore mio, o
sofferto, tanto la tua lontananza, vorrei che mi baci. Anche io lo desidero,
qua siamo in vista, e se mi vedono baciarti domani sui giornali, tutti, ci
vedono baciarci, un attimo di pazienza, come finisce, la cerimonia, del premio
andiamo via. Di fatti come gli consegnarono il premio, mi prese per mano, mi
porto via, andammo nella sua camera, in hotel, come chiuse la porta mi prese,
mise la mani dietro le mie gambe, mi sollevo mi aggrappai, a lui poggiando la
testa sul suo torace, il suo profumo, mi dava alla testa, e alla figa, mi ero
bagnata, solo il suo contatto, mi poggio sul letto, inizio a spogliarmi, lo
lasciai fare, pensai che voleva scoprire, il mio corpo, restai nuda, e vidi nel
suo sguardo, era contento di quello, che la mia nudità, gli mostrava, in pochi
attimi, resto nudo, e non restai delusa, non era più il ragazzo, di dieci anni
fa, ora aveva il corpo, di un uomo, quello, che colpi, fu il suo cazzo, non
immaginavo che era cosi dotato, inizio a baciarmi, da sotto la gola, scese
lentamente, si fermo tra il seno, prese, un capezzolo tra i denti lo morsico,
delicatamente, lascio le tette, scese giù, mi apri le cosce, come passo la
lingua tra le labbra, della figa, mi senti, in paradiso, quanti anni lo sognavo
questo momento, gli misi le mani sulla testa, e pressarlo, anche per paura, che
mi lasciava, di leccarmi, duro poco, si distese su di me, mi penetro, mio dio
che sensazione stupenda, sentire quel grosso cazzo, entrare, in me, la
sensazione di appagamento, non era dovuto, alla dimensione del cazzo, avevo
atteso questo momento, da troppi anni, me lo strinsi, forte, inizio a Chiavare
lentamente, ci continuavamo a baciarci, e dichiarare il Nostro amore, mi
sborro, in figa, in quel momento, non pensai, a cosa potevo andare, incontro,
fu bellissimo, dopo, averci rilassati. Cara questo, e stato l’unico motivo, che
non ti cercavo, pensavo, che mi avresti respinto, stasera, quando ti ho visto,
o capito, che eri li per me, non come sorella, mi sbaglio. No amore non ti
sbagli, e ora vienimi, sopra dobbiamo recuperare, il tempo perso.
Nessun commento:
Posta un commento