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La Signora Del Secondo Piano Parte 1

                                            La Signora Del Secondo Piano



Un pomeriggio, d’estate ero disteso sul terrazzo a prendere il sole.
Senti una donna canticchiare, guardai verso la provenienza del canto, era la vicina e amica di mamma, un pezzo di fica da infarto malgrado i cinquanta, non mi vide almeno credo, aveva un vestito leggero e corto, era più un vestitino di quelli senza pretese, forse era più, una vestaglietta, nel abbassarsi per prendere i vestiti dalla bacinella, si vedevano un po’ di cosce, manco a dirlo mi eccitai.
Ero un ragazzo uno come tanti, timido, un po’ secchione, non  avevo una ragazza, come mi piaceva una ragazza, a scuola, non ero capace di avvicinarla, eppure dicono che sono fico, faccio sport, palestra, con le donne mi blocco.
Ciao Roberto, che fai.
Prendo il sole, avete già preso il caffè?.
Tra poco vado, dovevo stendere i panni, ci fai compagnia.
Penso di si, anche se io non prendo il caffè.
Ok ci vediamo giù.
Scesi giù, mi aveva fatto arrapare,andai nel bagno, chiusi gli occhi, e con quelle cosce stupende davanti a gli occhi, mi masturbai,mi stavo lavando, la senti arrivare, non sapevo neanche io cosa volevo fare.
Andai in cucina, era li seduta con lo stesso vestito, la scollatura era abbastanza grande, i seni, si mettevano in bella vista, pensai di come poteva essere, eccitante mettere il cazzo tra quelle zizze, fare una spagnola con lei, sognavo a occhi aperti, in tanto il cazzo non ne voleva saperne di ammosciarsi, presi una bibita, mamma era girata versi i fornelli, io sfacciatamente guardavo il suo davanzale, o paraurti, come si usa dire tra noi, lei si rese conto, di dove era diretto il mio sguardo, e mi sorrise, fece un gesto per me inaspettato, mise l braccia sul tavolo e si poggio su, i seni, furono pressati verso fuori, sembravano dei palloncini sul punto di scoppiare, mi guardava e sorrideva, si divertiva, a vedere il mio imbarazzo, poi la mamma porto il caffè, e lei si tiro su, impacciato, come ero, e come dice mio nonno sono un imbranato,(non ho un papa non lo mai conosciuto e deceduto prima che io nascessi).
Feci cadere il cucchiaino. E’ mi chinai per raccoglierlo. Guardai sotto al tavolo. La signora era a cosce aperte e si vedevano le mutandine rosse. Mio Dio pensai, questa e da infarto. Guardai verso mamma. E’ anche lei era a cosce aperte. Alla faccia del cazzo era senza mutande. Fui costretto a rimettermi a posto. Ma non resistevo,più, andai al bagno mi chiusi dentro. Cercai nella cesta della biancheria sporca. Erano li sopra alla catasta di biancheria. Le mutandine di mamma. Le portai al viso aspirai, si sentiva, il profumo di fica. Lo tirai fuori mi feci la seconda sega della giornata.
Che io abbia sempre annusato le mutandine sporche di mamma e vero.
Come anche vero che non ho mai fatto nessuno pensiero erotico su di lei. Quando mi masturbavo sentendo il suo odore di fica non pensavo a lei.
Tornai da loro.
Roberto a scuola come andiamo.
Male.
Che succede.
Vado bene quasi in tutte le materie, a parte, l’inglese,(era una bugia, Il motivo lei era una insegnante di inglese), Non so come fare io mi ci metto, non mi entra del tutto.
Potrei aiutarti se vuoi.
Non lo so mamma che ne dici.
Vediamo io voglio pagarti. Dimmi quando prendi l’ora.
Ma no ci mancherebbe. Per questo bel giovanotto posso farlo gratis. Lo faremo su da me. Vengano altri ragazzi cosi tutti insieme, ok.
Quando.
Alle diciassette, Sali.
Devo portare qualcosa.
Un quaderno basta.
Ma va fan culo. Io pensavo di stare solo con lei. Non so cosa potevo fare. Imbranato come sono. Adesso mi toccava, fare il dopo scuola, che non mi serve.
Forse lei si rese conto del mio cambiamento d’umore, mi guardo e sorrideva.
Teresa io vado.

Roberto accompagna, Anna alla porta.
Apri la porta.
Ok ci vediamo dopo, ai sbirciato abbastanza, per oggi, monello.
Ancora non lo so spiegare da dove mi venne il coraggio.
Da quello che ho visto sei bellissima.
Non dirò niente a tua madre. Sarà il nostro segreto.
Andai di la.
Che fai io devo uscire.
Resto a casa, poi non manca molto che devo salire di sopra.
Ok io ne approfitterei visto che non vuole essere pagata.
La signora Anna. Era una vedova, con un figlio, lontano ufficiale di marina. Dovevo fare come si dice buon viso e cattiva sorte.
All’ora stabilita, andai al piano superiore. Mi venne ad aprire.
Vieni gli altri ragazzi sono già arrivati.

Cerano quattro ragazzi di mia conoscenza. E’ tra loro una ragazza che mi piaceva molto. Ma non avevo avuto mai il coraggio di invitarla a uscire.

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