Un amore di suocera
Capitolo 1
Come tutti i ragazzi di questo mondo, si cerca una ragazza, per farci
l’amore, che poi si cerca per scopare, e poi magari diventa, tua moglie, e cosi
vissero felici e contenti, e cosi doveva essere, anche per me, non andò come
nei romanzi rosa, fu molto diverso, e questa e la mia storia.
Nello stesso stabile, dove abitavamo varie famiglie, molti di noi
eravamo coetanei, cercavamo le prime esperienze sessuali, noi ragazzi, ci
prendevamo le misure, a chi ce l’aveva più lungo, chi sborrava, la prima volta, sembrava una
conquista, da dire, e mostrarlo a tutti, gli amici, cerano le ragazze, che si
atteggiavo, a donne, che non erano altro che delle bambine, cenerà una la più
grande, tra le altre, si credeva di essere, la migliore di tutte, cercava di
insegnare, alle più piccole, i misteri del sesso, una volta gli chiesi, se si
voleva appartare, un po’ con me, mi diede del pervertito, e dello stronzo, mi
dovete permettere di raccontarvi questo piccolo episodio, non centra, con mia
suocera, vi piacerà.
Una sera, io e un amico eravamo nel centro della città, andammo al
cinema, all’uscita Carlo, mi chiese, se andavamo a puttane.
Franco, dietro allo stadio, lo sai che ci sono le puttane, mi hanno
detto che ce una ragazza, prende poco, ti fa dei pompini favolosi, e lo prende
nel culo, si mantiene al buio, sotto l’arco, al buio ci andiamo.
Non pensai molto accettai, al nostro arrivo, cerano alcuni, curiosi,
l’amico, chiese, dove lavorava, la ragazza dei pompini, gli indicarono, l’arco,
mi chiese, se andava prima lui, annui,non avevo nulla incontrario, lui entro
sotto l’arco, era buio pesto, di fronte passa la ferrovia, il faro della
locomotiva, illumino a giorno sotto l’arco, da quale era profondo, nell’attimo,
che si illumino, riuscì a vedere una ragazza, in ginocchio, con il ritorno al
buio senti un urlo, puttana, io ti ammazzo, entrai di corsa, volevo dare aiuto
all’amico, cosa succede, calmati.
Franco, lo vista bene, e mia sorella, Rosa, io l’ammazzo,.
Tu ti calmi, Rosa, vai fuori, aspettaci, e tu datti una calmata, non
diamo spettacolo, lo presi sotto braccio, e uscimmo, qualcuno chiese cosa era
successo, non risposi, ci allontanammo, e più avanti cera Rosa che aspettava
piangendo, convinsi a loro due di tacere, di non dire nulla ai genitori, che
lei voleva fare la prostituta, ce l’aveva nel sangue, qualche anno dopo, scappo
con un malvivente, la mise sulla strada, questa era la ragazza, che mi diede
del pervertito.
Nello stabile, cera una bella signora, e le prime seghe, lo fatte,
pensando a lei, noi i ragazzi, eravamo sempre in agguato, per poterle spiare
sotto ai vestiti, di tutte le donne dello stabile, una in particolare, attirava
la mia attenzione si chiama Gianna, e Bona, un gran pezzo di fica, allora che
ero un ragazzino, mi innamorai di lei, cercavo di toccarla, di spiarla, passavo
molto tempo davanti a casa sua, la sua bambina due anni meno di me, con lei
iniziai a giocare al dottore e l’ammalata, inutile raccontare la storia di quei
due ragazzini, devo solo dire che quella ragazzina, oggi e mia moglie, mia
suocera rimase vedova, era rimasta sola l’altro figlio, era lontano lavorava in
Germania, parlarono mamma e figlia, mia moglie, Lina, di unirci a casa sua, per
noi che si era all’inizio, era un bel risparmio.
L’infatuazione per mia suocera non mi era passata, mi capitava, spesso
che quando scopavo mia moglie, mi veniva di pensare, che ero sopra di lei a
scopare Gianna,, trovavo tutte le scuse, per toccarla, fare dei complimenti,
sempre quando capitava di stare da soli, in casa, non osavo, anche se vedevo
che lei se la godeva, era contenta, un giorno mia moglie decise di andare a
Roma con una sua amica, dissi vai pure, avevo molta fiducia, in lei, ero contento
era il momento giusto per provarci, mi volevo scopare, mia suocera, mi
auguravo, di avere capito bene che anche lei, voleva, la stessa cosa, mia
moglie era partita, molto presto, era l’alba, avevamo fatto tutto in silenzio,
per non disturbare Gianna, non tornai a letto, presi la tazzina del caffè, usci
fuori sul balcone, accesi una sigaretta.
Buongiorno già sveglio?, come mai.
Lo sai che tua figlia partiva oggi, con l’amica.
E vero dimenticavo, sto diventando vecchia, inizio a dimenticare,
tutto.
Non e vero sei, ancora cosi, giovane, può capitare, che fai oggi.
Non lo so ancora, forse, vado da mia sorella, poi tu resti solo, tu
che fai.
Io o un programma, anche per te, poi dipende se tu sei d’accordo.
Dimmi che, programma, ai.
Mi avvicinai, lei mi guardava incuriosita, gli accarezzai il viso, te
lo dico nell’orecchio, mi accostai, prima gli diedi un bacio sulla guancia, gli
sussurrai sei bella, non rispose, poggiai la bocca vicino Al’orecchio, cara il
mio programma, e di andarcene sul letto, desidero baciare e leccarti tutta, e
una vita che desidero farlo.
Franco che dici, sei mio genero, devo tradire mia figlia, fai il
bravo, facciamo, finta che non e successo nulla.
Non gli risposi, non mi allontanai, la baciai di nuovo sulla guancia, gli
cercai la bocca, poggiai la mia sulla sua, gli diedi la lingua, apri la bocca,
accetto, il bacio, giocavo con la sua lingua, nel frattempo, l’avevo stretto a
me, misi una mano sul culo, glie lo accarezzavo, quante seghe mi ero sparato,
pensando al culo, che toccavo, in quel momento, mi ero eccitato cosi tanto, che
il cazzo, pressava, contro i pantaloni, sino a procurarmi, dolore, gli sollevai
il vestito, era senza calze, e senza mutande.
Franco, che stiamo facendo, non voglio, fermiamoci, adesso, siamo
ancora in tempo.
Non risposi la presi per mano, e la portai in camera da letto, iniziai
a sbottonargli il vestito.
Lascia faccio io, spogliati anche tu, sono una pazza, e mi
contraddico, ti desidero anch’io.
Restai nudo, e anche lei, mi inginocchiai davanti a lei, e iniziai, a
baciarla, sul ventre, scesi sino a mettere, il volto sulla fica, gli feci
aprire le cosce, misi la testa nel mezzo, misi la lingua, dentro, mi ero messo
in quella posizione, per il semplice motivo, era un ricordo e desiderio, sin da
ragazzino, ma lei.
Non cosi, caro mettiamoci distesi, mi darai, la possibilità, di
poterti succhiare il cazzo, lo desidero tanto.
Ci stendemmo sul letto, non ci pensai ai baciarla, il mio più grande
desiderio era mettermi con la testa tra le cosce, e cosi feci, lei prese il
cazzo, e senti la lingua, intorno alla capocchia, gli apri le labbra della
figa, cercai con la lingua il clitoride, era duro, e abbastanza grande, restai,
sorpreso, mia moglie ce la piccolo, ma questo si può paragonarlo, al pisello di un bambino, di tre o quattro anni,
lo presi tra le labbra, lo succhiai, e leccavo lei reagì, pressandomi con la
testa sulla fica e stringendo le cosce, mi chiuse la testa come in una morsa,
gli misi un dito in fica e uno in culo, nel frattempo, lei continuava a
succhiare il cazzo, ero in paradiso, si era avverato, il sogno di quando ero
ragazzo.
Caro e bellissimo, nessuno mi ai mai leccato la fica come lo fai tu,
succhialo, mi piace, che tu lo prendi in bocca, cosi che bello, dai ancora.
Continuai per un po’ , cambiai posizione, e me la tirai su di me, lei
capi, prese il cazzo, si sollevo quel tanto che bastava, a impalarsi, e fu una
sensazione stupenda, vedere, il cazzo, scomparire, nel suo corpo, la fica lo
inghiotti tutto sino a toccarci con il pube, presi i seni, li strizzai
delicatamente, lei inizio a cavalcare, saliva e scendeva lentamente, quando
toccava il mio pupe, faceva, dei movimenti avanti indietro, quasi rotatorio.
Caro lo so che sto peccando, ma e bellissimo, sentire questo grosso
cazzo, che mi pompa, la fica, lo sento nella pancia, sborrarmi dentro, fammi
sentire il calore del tuo godimento, mettimi un dito nel culo.
Si abbasso, cerco la mia bocca, mi bacio, gli misi il dito in culo, lo
muovevo come la stessi inculando, cara, non vuoi farti inculare, ai un culo,
stupendo.
Non adesso, un’altra volta, desidero godere, con il cazzo che mi
pompa, la fica, chiavami, scopami, ti o desiderato tantissimo. Cosi chiavami
anche il culo, con il dito, prova a metterne due, si cosi godoo, che bello?,
mio dio godoo.
Diedi, dei colpi, più rapidi esplosi in quella fica, calda e
desiderata, da tempo, da tempo, restammo cosi, legati per un po’, lei scese dal
letto, e sorridendo, mi disse.
Ai voluto quello che, volevi, sei contento?, vuoi un succo, di mela.
Lo sono se lo sei anche tu.
Lo sono, a metà, era tempo che
non mi facevo una scopata, e poi amore, tu lecchi la figa in un modo stupendo,
avrai notato, che o il mio pisello, abbastanza grande, e tu me lai trattato
proprio bene, adesso ti porto un succo, e stiamo ancora a letto, tanto e
presto.
Mi stirai, come un leone, dopo la caccia, e sazio, e contento, stavo
quasi per addormentarmi, arrivo lei, mi offri il bicchiere, di succo, si
distese, al mio fianco.
Vuoi farmi il culo, lo so che ti a sempre attirato, se lo vuoi adesso,
prendo il lubrificante che usa tua moglie, ma dimmi perché lo usa, che gli fai
il culo, spesso.
No il culo, non a mai voluto dare, lo usa, perché a la fica asciutta,
non riesce, a bagnarsi, cosi deve usarlo, poi dopo si riscalda, e si bagna.
Anche se la lecchi la fica, non si bagna.
Niente prendilo il lubrificante, voglio incularti, o sempre pensato
che ai, un bel, culo, mi sono sparato di seghe pensando a te.
Lo so e da ragazzino, che mi guardavi, sotto le gonne, io restavo in
attesa, di una tua avance.
Adesso non perdiamo tempo, pensiamo oggi, non ci capiterà, tanto
facilmente di passare del tempo da soli, vieni qua stenditi, che o tanta voglia
di farti il culo, lei sorridendo prese il lubrificante, lo spalmo sul cazzo.
Adesso io mi metto a pancia sotto, tu me lo spalmi vicino al buco,
vacci piano, e molto tempo che non lo prendo nel culo, e poi tu con questo
grosso cazzo, mi ammazzi.
Si distese, gli passai il lubrificante, tra le chiappe, gli misi un
dito, nel culo, andai dentro fuori, per un po’, mi distesi su di lei, guidai il
cazzo, diedi una spinta, e mi fermai, la capocchia si era aperta la strada,
spinsi, sino a quando, toccai le natiche con il mio pube, mi fermai, cara dimmi
quando, posso iniziare a pomparti il culo.
Sei uno stronzo, ti o chiesto di essere delicato, invece, sei entrato
con furia, mi e sembrato una vendetta la tua, che ti o fatto.
Scusami cara, non e una vendetta, la mia, solo un desiderio, di
possederti, di incularti, me lo porto dentro sin da ragazzino, e passato, posso
iniziare a pomparti questo culo stupendo.
Pompami il culo, fai in modo che godoo, mi piacere avere l’orgasmo,
mentre vengo inculata, si e cosi che mi piace, continua, che bello!, Mio dio,
aumenta il ritmo, godoo, amore, sborrami in culo, o tra le natiche voglio sentire
la sperma calda che mi scivola tra le natiche.
Aumentai il ritmo, di entrata e uscita, riusi a resistere, sino a che
lei grido, il suo piacere, mi tirai fuori, sborrai tra le natiche, dopo, averci
rilassati, scopammo ancora una volta, quello che mi colpi, che mamma e figlia
si erano messe d’accordo, adesso viviamo un bel menage, a tre.
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