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martedì 4 dicembre 2018

Mia Figlia



                                                 Mia figlia
Ho quarantotto, anni, sono un padre, felice di una ragazza, splendida, di diciannove anni, un gran pezzo di figa, non poteva,  essere che cosi, a preso dalla madre, la mia ex moglie, bona, da far girare la testa. Ci siamo separati, perché lei non era mai contenta, di quello, che gli offrivo, sempre di più.
Tutti noi, vogliamo di più dalla vita. Viene un momento, che ci si deve, accontentare. Ci sono tante persone, che hanno, tanto, è vero. Ma è anche vero che, ci sono tantissime persone, che non riescono arrivare alla fine del mese.

Dopo il divorzio, lascia è prende uomini, che se la scopano, gli fanno dei regali, è dopo un mese, cambiano il numero del cellulare. Mia figlia, Teresa, disse alla madre, che mai sarebbe andata a vivere con lei, preferì restare con me. Andiamo molto d’accordo noi due, passiamo molto tempo insieme. Andiamo in vacanza, tutto, la spesa, a volte mi aiuta, nel mio lavoro.
Non ho mai cercato una nuova compagna, anche perché sono sicuro, che a lei non gli piacerebbe, avere, una donna per casa.
Mi manca, la donna, a femmina, no come moglie, quella parola è tabu, per me, una donna, per scopare, sono due anni che mi sparo seghe, non ne posso più.
A mia figlia non ci avevo mai pensato. A volte pensavo alla mia ex moglie, mentre mi segavo.
Un giorno di domenica, pomeriggio, uscì in giardino, non vidi Teresa, girai, un po’, poi la vidi, era sulla sdraio, con le tette scoperte, è una mutandina, minuscola, dalla posizione che ero non poteva vedermi, vederla cosi mi eccitai, mi abbassai i pantaloncini, in pugnai il cazzo, iniziai a segarmi, la scena di lei, quasi nuda, è il senso del proibito, mi fece sborrare, in pochi secondi, ritornai sui i miei passi, mi diedi, del depravato, come avevo potuto, masturbarmi, guardando mia figlia?.
Cercavo in me il senso di colpa, non riuscivo a provarlo. Teresa, mi piaceva troppo, cosa fare?, era una situazione, assurda, poi mi dissi, ma cosa ai fatto, non la tocchi, fai il guardone.
Scuse, per non ammettere a me stesso, che volevo, è desideravo, scoparla.
I giorni, passavano, è il mio desiderio aumentava.
Un pomeriggio durante le mie ferie estive, decidemmo di restare a casa. quel giorno il caldo era opprimente, si soffocava, mi sdrai su un’asciugamano, lontano, da dove si metteva lei, in quel momento non cera, chiusi gli occhi, pensavo a lei, cosi come avveniva, sempre, mi eccitai, come al solito, iniziai a masturbarmi piano.
- Papa ma che fai?.
- Scusami, mi dispiace, pensavo di essere da solo.
- Sono tornata adesso solo il tempo di cambiarmi, dimmi alla tua età ti fai ancora,, le seghe’, perché non vai a donne, magari a puttane. È da quando è andata via mamma, che ti fai le seghe, è poi cosa credi che non ti o visto, che mi spii, è ti masturbi.
- Sai tutto questo che vergogna, potrai perdonarmi, a questo, padre. Non nulla da perdonarti, aspetta, dammi tempo. Andò via, torno con un altro, asciugamano, lo stese a fianco, al mio, si tolse il reggiseno, si giro, prese una mia mano, se la porto alle tette, lascio che l’accarezzavo, prese il cazzo, che si era ammosciato, mi accarezzava piano, il cazzo reagì al massaggio. Presi un capezzolo, in bocca, lei si libero, scese, giù lo lecco, lo prese in bocca, non speravo tanto, si fermo, a metà, senti che mi leccava, la capocchia, la feci girare, mi, mettere la fica, sul viso, gli tolsi quella ridicola mutandina, passai a lingua,tra le natiche, quel buco di culo, mi attiro moltissimo, lo leccai, per un po’, di la passai alla figa, godevo mentalmente, era un piacere, mai provato, prima, dopo un bel po’, si tolse, dalla posizione del sessantanove, si mise a cavalcioni su di me, prese, il cazzo, lo passo tra le grande labbra, con la capocchia si massaggiava, il clitoride, io avevo steso le mani a prendere le tette, accarezzavo, stuzzicandole, i capezzoli, lei continuava, a passare il cazzo, tra le labbra, della figa, se non la smetteva, sborravo, io desideravo, entrarci in quella fica, tanto sognato, immaginato.
- Cosa ce papa, non ti faccio sborrare, io ci metto un bel po’ di tempo a venire, mi piace, un sacco giocare cosi, con il cazzo, quando sei pronto a sborrare dimmelo, desidero assaggiare la, tua sperma. Dopo, scopiamo, lo so che mi vuoi, chiavare, è anch’io lo voglio. Non potevo, attendere, di più, tra il maneggio, di lei al cazzo, sentirle parlare, in quel modo, non resistevo più. Cara sono pronto, prendilo in bocca, rapida lo prese, per metà, mi masturbava, è lo succhiava, gli misi le mani sulla testa, la fermai, iniziai a pompare io da sotto, l’orgasmo mi arrivo, come un fulmine, scoppiai,  nella sua bocca, tutto il mio godimento, ingoio, tutto, lascio il cazzo, solo quando, lecco, l’ultima goccia.
Ci riposammo una mezzora, lei torno alla carica, lo riprese in bocca, sino a farlo ridiventare duro, è come prima, si mise su di me, guido il cazzo, è si, impalo, si chino su di me cercando la mia bocca, ci baciammo.
- Papa ti piace, come ti succhio il cazzo, come ti faccio godere?. Sii piccola, mia, sei un amore. Mi devi promettere che da oggi, in casa, ho d’ovunque, saremo da soli, saremo una coppia, è non padre, è figlia.
- Come vuoi amore, è quello che volevo.
- Per oggi quando stai per sborrare, esci non prendo niente, la prossima volta, metti il preservativo.
Quel giorno scopammo,tutta la notte, di nuovo.
Da quel giorno siamo amanti.


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