Translate

Mia Cugina Lina ( Inviata da Riccardo )



                                       Mia Cugina Lina

Quando ero bambino, i giochi erano semplici. Non avevamo tanti, giocattoli. Ci si inventava. Cerano due giochi che mi piacevano, molto. Il medico è l’ammalato. E’ marito è moglie.
Si da piccolo, il mio chiodo fisso, erano, è sono le donne.
Per i giochi, a parte i soliti, giochi di tutti, i maschietti. Era fare il dottore, è quello che volevo fare nella vita. Poi sono diventato, infermiere.
Nel gioco del dottore. Avevo due pazienti. La prima, mia sorella. L’altra mia cugina. Gli facevo abbassare le mutandine. È giocavo con la patatina.
Gli passano, certi giochi non si fanno più.
Citando quel detto, il lupo perde, il pelo, ma non il vizio.
Con il passare degli anni. Mia cugina diventava sempre più bella, e sempre più una gran fica.
Mi ero messo con una ragazza. Mia cugina. Non mi salutava più. la cosa strana che non capivo cosa, avevo fatto. Un giorno ero di sevizio, al pronto soccorso. Arrivo l’autoambulanza. Restai sorpreso e dire poco. Sulla barella cera mia cugina. Aveva una colica renale. Dopo che gli era stata messo una flebo. Si calmo, il dolore. Avevo detto a gli altri che era mia cugina. Restai solo con lei. Come ti senti. Meglio mi mandate a casa?.
- Non adesso, ai dei calcoli se li espelli, va bene se no sarai ricoverata. Lisa so bene che non il momento, è nemmeno il luogo. Mi dici perché, non mi salutavi più.  non lo ai capito. Sin da bambini mi mettevi le mani nella mutandine. Io mi aspettavo, che si stava insieme, invece tu guardi tutte, ma non me. Cosa o che non ti piace. Tu sei fantastica. Quando eravamo bambini era diverso, tu mi piaci, siamo cugini.
- E’ chi se ne frega. Io ho una voglia matta di scopare con te.
- Lo desidero anche io. Non ci fu, il tempo di risposta che, scappo al fare la pipi. Il calcolo usci fuori. Decise ti attendere, un poco. Io finivo il mio turo cosi. Andammo via insieme. Non presi la strada di casa. Presi la strada che portava a un bosco. Mi fermai in posto che conoscevo molto bene. Abbassai  i sedile.. sorridendo mi venne incontro, le nostre bocche si unirono in bacio. E’ non fu delicato. Era carico di sesso. Forse era dovuto. Che era molto atteso e cercato. Le nostre bocche sembrava, che non trovavano una posizione. Misi la mano tra le cosce. Per mia fortuna. Non aveva calze, al pronto soccorso, non le aveva rimesse. Scostai la mutandine gli misi un dito in figa. Sentì che mi sbottonava il pantalone. Tiro fuori il cazzo, inizio a masturbarmi.  Dopo un bel po’. mi lascio. Prese lei l’iniziativa. Mi fece cambiare di posto, si mise a cavalcioni su di. Scosto quel filo che chiamano mutandine. Guido il cazzo. E lentamente si impalo. Resto ferma per alcuni secondi. Mise le mani sulle mie spalle. Inizio a salire e scendere. Quella per me, è la posizione che più, aiuta la donna a godere. E’ lei a dettare i ritmi. La tirai, con le testa verso di me, desideravo baciarla.
-Duro molto, poco. La scopata. Lei mi chiese.
 Godi con me vieni insieme a me. Riuscimmo, a finire in tempo. Che sentimmo, delle voci. I ragazzini, venivano a giocare.
Da quel giorno diventammo amanti. Oggi viviamo insieme. Ci si fa un pensiero di fare un bambino.



Nessun commento:

Posta un commento