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venerdì 4 agosto 2017

La Mia Esperienza Gay ( Inviata da un lettore)





                            La Mia Unica Esperienza Gay
Avevo da poco compiuto venti anni. Avevo la ragazza, una gran figa. Invidiato dagli amici. Negli anni, della storia, che racconterò. Le ragazze, non te la davano. ‘’ Dovevano arrivare vergine al matrimonio ‘’. Ti davano il culo. La figa era tabù. Chi dava il culo, era un eccezione. Il massimo che concedevano, era di  potevi metterlo tra le cosce. Una sega. era un impresa.
Un giorno con un amico. ‘’ ora non è più tra noi.’’ Si decise, di andare nel bosco. A poca distanza da noi. Cercare funghi, o more. Il nostro era, più una, scusa, per passare delle ore, girando nel bosco. A un certo punto. decidemmo di fermarci. Avevamo portato dei panini, una bottiglia di vino. L’aveva fregata al padre. Un morso, è un sorso. Dopo finito. Mi pose una domanda.
- Tony ma tu il cazzo come ce lai.
- Che vuoi dire, un cazzo come tanti.  Continua a leggere
- Io intendevo la misura, io o l’impressione che ce lo piccolo. Mi fai vedere come è il tuo.
- Ma adesso e moscio, che ti faccio vedere.
- Dai abbassiamoci i pantaloni ce lo meniamo un po’. E’ di sicuro diventa duro. Ci mettemmo uno di fronte all’altro con le braghe abbassate. Non fu necessario menarcelo. Forse dovuto alla situazione. Ce l’avevamo duri.
- Ammazza che cazzo che ai adesso mi fai vergognare!.
- Ma dai, esageri.
- E’ tu mettilo vicino al mio, è vedi. Giochiamo a spade. Come quando eravamo bambini.  Come due bambini, iniziammo, toccarci con il cazzo come delle spade. ’’Ancora oggi, non lo so cosa avvenne.’’ Ci baciammo, con la lingua. Sentì, che lui prendeva il cazzo e se lo mise tra le cosce. Il suo si poggio sul mio pube. Lo presi per le natiche. E’ mentre continuavamo a baciarci. Facevo i soliti movimenti, come se stavo chiavando. Mi fermai. lo feci girare. Lui capi che stavo per incularlo. Io ti lascio fare, sia chiaro dopo, sarò io a inculare te. D’accordo, se non vuoi fermiamoci. E’ dimenticheremo tutto.
- In quel momento ero, cosi eccitato, che non, mi interessava nulla. Dopo lo farei a me. Penso che sia giusto. Si giro, prese posizione. Presi un po’ di saliva e glie, lo passai, sul buco. Guidai il cazzo diedi una spinta. Entrai, con la capocchia, mi fermai. Lui no disse nulla. Iniziai a pomparlo, delicatamente, è piano. Notai che lui, si stava masturbando. L’avevo preso per i fianchi. Più mi eccitavo, ‘ più aumentavo il ritmo. Il cazzo si era lubrificato. Luca vuoi godere, mentre ti inculo?.
- Si continua, è bello sai, dopo vedrai ti piacerà.
- Aumentai, a un tratto diedi un affondo, e mi fermai. Lui grido, non so se di dolore, o di piacere. Io sborrai, restammo cosi, per alcuni secondi. Mi sfilai da culo.
- Ora toccava a me. Non lo so se per me fu una fortuna. O pure sfortuna, non lo saprò mai.
Avvenne che mentre, mi preparavo per farmi inculare. Sentimmo dei passi, è un cane abbaiare.  Riuscimmo appena a rimetterci in ordine. Era un cacciatore, con il suo cane. Noi avevamo acceso una sigaretta. Lui ci saluto, si fermo, a parlare.

Inseguito non si presento l’occasione. Io presi una strada lontano dalla nostra città. Dopo alcuni anni. Tornai per le vacanze. Lui non cera più.

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