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sabato 26 agosto 2017

Mia Sorella Gemella 4 Parte( Corrado )



 Perché non posso, devo dare di conto a te?. Fece una cosa per me molto strana. Si chinò, mi annuso il cazzo, poi le lenzuola.
- Brutto stronzo che non sei altro. Tu ti sei scopato la mamma. E’ con me fai tante storie. Non negare, tu guarda qua. Potevi almeno buttarlo il preservativo.
- Ma che dici mi sono fatto una sega. Ho provato come mi stava. E Io ho una voglia matta di scopare con te. Vieni qua dammi un bacio.



- Giura, che non ti sei scopato mamma.
- Te lo giuro è da pazzi, se mamma ti sente, ti fa nera. Bigotta com’è, scopa con me, magari scopiamo la camera.
- D’accordo ti credo, vestiti e butta via questo affare.
- Cazzo sono un gran, coglione. Per fortuna se l’è bevuta, almeno me lo auguro, dopo a tavola. Mi comportai d’ammalato e non guardavo mamma, mi sentivo osservato dalla gemella. Finito di pranzare, mamma ritorno a letto scusa.
- Vai tra poco ti misuro la febbre, vai caro hai preso la medicina?
- Si mamma. Tornai in camera mia. E’ poco dopo mi raggiunse mamma. Le spiegai della scoperta del preservativo.
- Non ci pensare, se l’è bevuta?.
- Penso di sì, ho negato è ovvio.
- Bene vorrei la verità, io ho sempre pensato che voi due avete fatto le scoperte del sesso insieme, avete scopato?
- No mamma, te lo giuro, tranquilla.
- Ok vado in farmacia.
- Restai solo. Non potevo dire che noi due, non aspettavano, altro,solo l’occasione per scopare. La scuola finì, eravamo tutti molto contenti. E’mio padre ci chiese se volevamo andare in vacanza dai nonni al sud,. Io e Sophia, il nome e in onore della Loren nazionale. Mio padre è innamorato dell’attrice. Venne il giorno e partimmo, per la Calabria. Al nostro arrivo c’era il nonno. I soliti saluti e baci. Al nostro arrivo, nonna ci abbracciò. Quasi ci soffocava tra quelle braccia, E’ le sue, tette enormi, aveva una forza. Io e mia sorella eravamo consapevoli che da quel momento, ci avrebbe riempiti di cibo. L’unica cosa favorevole era che ci lasciavano liberi di andare dove volevamo. Nel piccolo paese, non cera, nulla da fare. L’unica, cosa bella era il  mare di un azzurro, bellissimo. La costa era piena di scogli. Ci divertivamo un mondo. E’ di proposito un giorno si fece finta di andare in spiaggia. Avevamo sentito che i nonni andavano in città. Ci avevano dato le chiavi di casa, eravamo soli in casa. Sophia è il momento, ci stai a scopare?.
- Lo sai che non si aspettava altro. Diamoci da fare, ma tu ce lai il preservativo?. Altrimenti non se ne fa nulla. Non voglio mica restarci, sai lo scandalo?
- Ce, l’ho tranquilla.
- Facciamo cosi, mi svergini senza il cappuccio. Non mi va che lo fai con quel coso. Una volta che sei entrato. Esci e te lo metti, cosi possiamo scopare sicuri.
- Va bene, andiamo in camera. ci mettiamo nudi. Lei mi seguì, ci spogliammo. Era una cerbiatta, magrolina ma con tutte le curve al posto giusto ed il suo corpo era armonioso. Lei rise indicando il cazzo.
- Quasi mi mette paura, per come è grande. E poi mi sembra minaccioso lo vedi? Mi punta, dimmi così grande entrerà? E’ così piccola la mia fica.
- Credo che sentirai un po’ di dolore al momento che romperà l’imene ma poi ti piacerà tranquilla.
- La fai facile tu mica deve entrare a te.
- Se non vuoi rivestiamoci.
- No, che dici? lo voglio, ti prego di non essere violento, sii delicato.
- Non le risposi la feci stendere. Mi misi con la testa tra le cosce ed iniziai a leccarle la fica. Non ci volle molto per farla iniziare a gemere. Sentivo la fica umida, era piena di umori vaginali. Salii su, sino a trovarmi disteso su di lei. Mi guardava con lo sguardo impaurito. Guidai il cazzo all’entrata, della fica. Diedi un colpo di reni. Lei diede un grido poi mi sorrise. Diedi un’altra spinta ed entrai del tutto. Amore è passata la paura?.
- Si amore è vero ce l’ho dentro?. Sono riuscita a prenderlo tutto?, Non fa male. Adesso esci, anche se mi dispiace. Mettiti il preservativo.
- Uscii da lei, il cazzo era sporco di sangue. Mi diedi una pulita alla meglio. Mi infilai il preservativo ed entrai di nuovo in lei. Mi abbracciò, iniziai a chiavarla molto delicatamente. Andandoci lento nel movimento, di entrata e uscita. Lei mi abbracciava, è mi baciava, mi chiamava amore. La baciai dandogli la lingua. Diedi dei colpi di reni più rapidi e sborrai. Mi fermai e restai su di lei immobile.
- Amore togliti sei pesante. Dai voglio anche darmi una ripulita. Mi è piaciuto un sacco. Chiaveremo ancora vero?. Vorrei descrivere come mi sono sentita con il cazzo tutto dentro. E’ una sensazione che mi viene difficile da spiegare. Ma posso dire che ero felice come non mai di sentirti dentro di me.
- E’ stato bello amore. E’ stai sicura che ti farò andare la fica in fiamme per quante volte ti chiaverò. Lei andò per prima in bagno io rassettai. E’ notai che c’erano alcune macchie di sangue sulle lenzuola. Quando tornò, glie lo dissi. E’ andai a lavarmi io. Da quel giorno si chiavava ogni qualvolta c’era la possibilità. Le vacanze finirono. I nonni ci regalarono un auto usata. Non potevano fare di più. Ma io e mia sorella, eravamo al settimo cielo. Il ritorno a casa, fu con l’auto. Mio padre, si arrabbiò un poco. Ma la mamma, aveva la facoltà, di  farlo, calmare. Appena ce ne fu l’occasione di stare da soli la mamma mi disse: Amore mi sei mancato?.  Cosa hai fatto seghe a questo grosso arnese. Di sicuro hai lavorato di mano hai pensato a me?.
- Certo mamma, a chi se non a te. Quando potremo stare insieme?. Ho voglia di scopare e desidero farlo con te.
- Un po’ di pazienza, lo sai che e difficile, restare da soli. Ho parlato con la farmacista. E’ insieme al marito sono d’accordo a combinare l’incontro. Devo avvisarti che di sicuro lui vorrà succhiarti il cazzo. Non è un gay. E’ solo amante del sesso, ti spaventa?.
- Non mi spaventa. Solo non vorrà che io lo succhio a lui.
- Questo nessuno può obbligarti. Devi decidere tu. Tu lo fai fare un mezzo pompino così accontenti lui. Adesso pensiamo ad organizzare, poi si vedrà.
- I giorni passavano, io e Sophia si scopava in tutte le occasioni che ci capitavano. Un giorno mio padre doveva, andare in Francia per una riunione di ricercatori, di mercato. Mio padre era un fanatico della ricerca. E’ poi faceva un lavoro, diverso. Mamma disse, vai da solo, non servo io. Poi, inseguito, mi confidò, che era un’ottima occasione per restare da soli. Le mie sorelle maggiori erano a Milano per la scuola. Cosi un sabato sera. Mia sorella chiese a mamma se poteva restare a dormire da una sua amica. Mamma ovviamente accettò. Eravamo da soli chiamo l’amica. Disse loro di venire per le venti. Lei preparava la cena. Aiutai mamma a preparare. Mi disse di fare la doccia. Si preparò anche lei. Inutile dire che era una gnocca. Alle venti precise arrivarono. I soliti saluti, li conoscevo di vista, anche lui era dottore in farmacia. Cenammo. E’ io ero un po’ imbarazzato, guardavo la donna. Era uno schianto, pensavo quanto è bona,’’ nel linguaggio tra uomini, bona, e una donna molto sex ‘’ Non potevo crederci che di lì a poco saremmo andati a letto. E’ l’avrei scopata, se lui vuole che lo inculo che faccio?. Mi faccio anche a lui non è male come uomo.
- Caro a che pensi? ti vedo distratto.
- Era Francesca la dottoressa. Pensavo a quando è bella.
- Ti ringrazio, sei giovane, ci sai fare, con le donne.
- Ho avuto mamma come insegnante. Non è da tutti. E’ poi mi conceda di dirle, che con lei è facile, è bella per davvero.
- Se vuoi e ti fa piacere dalle un bacio. Mettigli la lingua in bocca. E’ se poi ti va tira fuori il cazzo. Di sicuro non aspetta altro che ciucciartelo.
- Era il marito a dirmi queste cose. Lo desideravo molto senza nessun ombra, di  dubbio. Dato che eravamo vicini. Mi chinai verso di lei, poggiai la bocca sulla sua. Lei apri le labbra e succhiò la mia lingua. Sentii che mi tastava il cazzo che vista la situazione. Si era comportato come un militare, pronto sull’attenti. Le nostre lingue giocavano tra loro. Mi sbottonò i pantaloni facendo fuoruscire il cazzo. Smise di baciarmi mi fece alzare. Mi abbassò i pantaloni.
- Tonio, aveva ragione la mammina. Ma tu guarda che bel cazzo che si ritrova e che palle, sembrano due bocce, vieni a tastarlo.
- Tonio fece il giro e si inginocchio davanti a me. La moglie gli lascio il mio cazzo. Lui lo soppesò, mi tasto le palle, gli diede un bacio sulla punta, gli passo la lingua per inumidirlo. Poi lo prese in bocca, riuscì solo a dare una leggera succhiata. Che la moglie intervenne.
- Caro la cena è finita. Adesso dallo a me che voglio il dolce. E’ un bel babà, con la crema.
- Si inginocchio e tolse il cazzo dalla bocca del marito. Lo prese lei ed iniziò a leccarmi dal disotto, mi lecco le palle, lecco il cazzo. Passava la lingua come un pennello a spatola. Diede delle leccate tutto intorno alla cappella. Lo prese solo con le labbra. Era destino che nessuno finiva il pompino, mamma disse.
- E’ no cosi non va. Andiamo in camera da letto anche io voglio la mia parte. Almeno qualcuno si dedicherà alla mia fica, che freme. A vedere voi come godete a succhiare il cazzo di mio figlio.
- Risero entrambi. Mentre io ero l’unico che restava, con i pantaloni abbassati. Il cazzo in tiro e con una voglia matta di sborrare; E’ che cazzo, potevano finire. Mi tolsi il pantalone. E’ a lancia in resta andammo in camera, Ci spogliamo tutti e quattro. Restammo nudi Mamma aveva ragione. Il dottore aveva un piccolo cazzo, era quasi ridicolo. La moglie era come ho già detto da sballo. Il monte di venere biondo. Era rasata ai lati senza esagerare. Le tette, due palle rotonde, sode. Di fatti non usava il reggiseno. Mi avvicinai a lei. Gli misi una mano sulla fica. E’ con l’altra presi una tetta. Presi il capezzolo tra le labbra. Mentre le mettevo un dito nella fica. Sentii lui accostarsi a me da dietro. Mi bacio, sul collo. Mi fece sentire anche quel piccolo cazzo sul mio culo. Sentire il cazzo caldo, poggiato al mio corpo, non mi dispiacque. Vidi mamma, che baciava la dottoressa, sul collo. Feci stendere Francesca sul letto. E’ mi misi con la testa, tra le sue cosce. Quella fica bionda mi attirava tanto, e mi arrapava un sacco. Passai la lingua tra le labbra, aveva un gusto piacevole. Lei mi aveva messo le mani sulla testa e mi guidava e mi pressava, sulla fica. Lui si mise, giù mi accarezzava il cazzo. Mamma si mise su Francesca, con la fica sulla bocca di lei. E’ lei che glie la leccava. Mentre le leccavo la fica. Gli allargai le  natiche, restai meravigliato. Il buco del culo bellissimo. Era di colore roseo. Mi venne il desiderio di passarci la lingua. E’ notai dal movimento che le piaceva il servizio.  Lui inizio a farmi un pompino. Non intendevo godere nella sua bocca. Mi volevo scopare Francesca. Mi tolsi dalla posizione che ero e mi distesi su di lei. Fu lui, a guidare il cazzo vicino alla fica della moglie. Diedi un colpo di reni entrai. Ebbi l’impressione di entrare in una voragine. Per come era larga. Restai Un po’ deluso, la fica di mamma è stretta. Lo senti quando ci sei dentro. Comunque iniziai a chiavarla. Lui mi accarezzava il culo. A un tratto senti il suo cazzo, vicino al mio buco del culo. Mi girai di scatto. Alzando la mano. Ero sul procinto di mollargli uno schiaffo. Stronzo chi ti ha dato il permesso?. Chi ti ha detto che mi piace. Farmi inculare?. Togliti, senno ti do tante di quelle botte. Che non immagini. Se a te piace, fatti sotto che inculo anche te. Uscii dalla quella voragine della fica di sua moglie. Fatti sotto e mettiti alla pecorina. Lo presi per i capelli e lo tirai costringendolo a prendere la posizione che mi aggrada, alla pecorina. Lo tenni ben fermo, prendendolo per i fianchi diedi un colpo di reni forte. Entrai nel suo culo, in un solo colpo. Gridò di dolore. Poi passato il momento spinse il culo verso il mio pube. E’ si mosse come una vecchia baldracca. Mia madre si mise di sotto, a cosce aperte, Si faceva leccare la fica. La moglie, prese il suo cazzo, gli praticava un pompino. Lasciava lui, e mi leccava le palle. Io ero nervoso tutta la storia, non mi andava. Francesca, la gran gnocca era risultata una delusione, era bella è vero. Ma non mi piaceva scopare con lei, volevo finire. Era stato una delusione. Mi concentrai, chiusi gli occhi e pensai a Sophia, mia sorella, gemella. Pensando al suo corpo di gazzella esplosi in quel culo. Lo tenni stretto, e fermo, mentre gli sborravo, il mio piacere e la mia rabbia. Mi tolsi, andai in bagno. Al mio ritorno si erano rivestiti. Capivano che era stato un fallimento quell’incontro. E’ mentre mamma li salutava. Io mi distesi sul divano accesi la tv.
- Caro mi dici che cosa è successo?. Sembrava che andasse tutto, bene, è Francesca ti piaceva tanto.
- Mamma la tua Francesca. E’ una donna che mi auguro di non incontrare, mai più nella mia vita.
- Addirittura che ha? è così bella. E’ una gran fica non puoi dire che non e la verità.
- E’ vero mamma tu mi hai detto che hai avuto rapporto lesbico con lei è non ti sei mai accorta che a posto della fica ha, un pozzo?. Non ne parliamo più ti chiedo solo sei stanca?. Io ho voglia di farmi una scopata e solo con te di sicuro sarà una scopata colossale, ritorniamo a letto.
- Certo amore. Non sei rimasto soddisfatto, del culo del dottore, mi ha detto che gli è piaciuto. Ma l’hai massacrato. Dai datti un lavata e andiamo a letto.
- Da quel giorno io e mamma e mia sorella si scopava in tutte le occasioni in ogni momento che si poteva. Tutto andava bene, un giorno venne mia zia. Dopo i saluti, le lasciai sole, a lei e mamma. Non avevo mai dimenticato quel giorno che la vidi nuda. E’ che mi fece, accarezzare, le tette. Non era mai più capitata l’occasione di stare da soli. Dato, che lei abitava fuori città era difficile avere un incontro.
Le speranze ed i desideri a volte si realizzano. Mai perdere la speranza.





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