Mia sorella gemella
Si sa che i gemelli sono molto legati tra loro. Da
bambini, dormivamo nella stessa stanza, c’erano due lettini. Nostra madre dopo
averci messi a letto, spegneva la luce e noi restavamo soli. Sophia mia sorella
gemella, veniva nel mio letto e ci abbracciavamo, dandoci coraggio a vicenda.
Come tutti i bambini avevamo paura del buio. Nostro padre era un burbero
cattivo. C’imponeva di dormire al buio, e noi facevamo il possibile per darci
coraggio. Gli anni passavano e i nostri corpi cambiavano, crescevamo come è
normale che avvenga. Mi trovavo spesso con il mio pisello duro anche se non
capivo il perché. Come è da sempre, le donne sono molto più sveglie di noi, non
so come riuscì a farsi spiegare e da chi ma una sera mi disse:
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- Sai ora so a cosa serve questo tuo coso, che poi
i grandi lo chiamano cazzo e la mia fica o passera. Quando saremo grandi, tu me
lo metti dentro e nasceranno i bambini.
Io che non capivo un accidente, le dissi:
- Tu sei una scema, guardati la fessura, è cosi
piccola come fa un bambino ad uscire di là?
Gli anni passavano e noi due scoprivamo sempre di
più i nostri corpi. Un giorno avvenne che lei prese il mio pistolino con due
dita, ancora oggi non so come fece e me lo scappellò, ci prendemmo paura, lei
mi disse:
- Chiudilo, può succederti qualcosa!
Passammo tutta la giornata impauriti, volevo dirlo
a mamma, poi la paura mi bloccò e come tutte le cose, passata la paura non ne
parlammo più. Spuntarono i primi peli pubici, ci controllavamo a vicenda, li
contavamo, si faceva a gara a chi ne aveva di più, eravamo due gemelli felici,
quando una sera, venne nostro padre in camera nostra, noi come era la nostra abitudine,
stavamo nello stesso letto, le urla arrivarono a sentirsi per tutto lo stabile,
ci voleva picchiare, intervenne la mamma che lo calmò e gli spiegò che i
gemelli si comportano cosi, che eravamo innocenti, alla fine, si calmò, pretese
che dall’indomani saremmo stati in camere separate, Per noi fu un brutto colpo,
ero più io che piangevo per il distacco. Mamma con molta calma e con parole
tutte sue mi spiego che il papà aveva ragione. Non era giusto che uomini e
donne devono dormire separati, io nella mia innocenza le chiesi:
- Allora perché tu e papà dormite assieme?
Potete immaginare la risposta. Noi due cercavamo sempre
di stare insieme, quando capitava che eravamo soli in casa noi si continuava a
confidarci le nostre scoperte, è i cambiamenti del corpo. Come era normale,
crescendo io, mi cresceva anche il cazzo e un giorno lei mi disse:
- Fabio, sta diventando enorme come è grosso, posso
toccarlo?
- Toccalo se vuoi, tu mi fai vedere la fica? E da
molto che non la vedo!
Alzo la gonna abbasso la mutandina, era cambiata e
tanto. Ora si vedeva, un monte di venere folto di peli biondi e ricci. Le
chiesi se potevo toccare. Lei assentì, misi la mano sopra, ero maldestro. Lei
mi aveva chiesto di toccare il cazzo lo prese. Forse era consapevole, oppure
era solo l’istinto a guidarla. Iniziò molto lentamente a masturbarmi. Dei
rumori ci fecero smettere, la sera che si festeggiò il nostro compleanno, c’erano
tutti i parenti, i nonni compresi, a me quella che mi aveva fatto sempre
sognare era mia zia Luisa, la sorella di mio padre, a confronto di mio padre
lei non solo era una gnocca, era anche ricchissima e brava.
Devo raccontarvi un fatto accaduto durante
l’estate, il sabato mamma io e mia sorella gemella, oltre alla gemella ho altre
due sorelle più grandi di noi, andammo a casa di zia, in campagna dove c’era la
piscina, ci si divertiva un mondo, noi tre eravamo già sul bordo piscina quando
mamma mi chiese se andavo a prenderle una rivista in camera. Per andare nella
camera di mamma, dovevo passare davanti a quella padronale, la porta era aperta
e zia Luisa, era al centro nuda, mi stava per venire un infarto. Non avevo mai
visto una donna nuda, salvo nei film o sulle riviste, mi vide ed io diventai
rosso come un peperone.
- Fabio che fai lì impalato a fissarmi? Nuda poi.
- Scusami
zia, la porta era aperta, ‘’diventando ancora più rosso’’ le dissi, poi sei
così bella, sei da mozzare il fiato.
-
Addirittura! Entra e chiudi la porta, vieni non avere paura, non ti mangio mica!
Non hai mai vista una donna nuda?
- Come avrei
potuto vederla se non in qualche film?
- Vieni più
vicino.
Mi
avvicinai, non ero preparato a quello che fece, prese la mia mano e se la porto
al seno.
- Accarezzalo
amore, ti piace?
- E bello!
Li toccavo
stringendoli, erano più grandi di quelli di mia sorella ma meno duri, intanto
mi ero eccitato, lei allungo la mano e lo accarezzò da sopra i pantaloni.
- Sei bene
armato ragazzo mio! Vai adesso, altrimenti tua madre, si innervosisce.
Ero sotto
sopra sia con i pensieri che si accavallavano, desideravo toccarle la fica.
- Zia posso
toccarla?
- Se ci
tieni così tanto amore, dai una toccatina e ricorda che questo dovrà essere un
nostro segreto.
- Non sono
un bambino!
- Stesi la
mano, la poggia sulla fica, mio Dio stavo per sborrare, senza toccarmi. Lei si
rese conto del mio stato. E’ mi tolse la mano mi diede un bacio, e mi mando
via. Che cazzo, ero così eccitato che non resistevo. Pensai prendo il giornale
e poi mi vado a fare una sega. Entrai in camera di mamma, cercai la rivista. Vidi
sul letto le sue minuscole mutandine. Le presi vidi che erano umide al centro,
le portai al naso si sentiva il profumo di fica. Mi dissi basta, con le
mutandine andai nel bagno. Tirai fuori il cazzo e con il volto coperto dalle mutandine,
iniziai a masturbarmi. Pensavo al corpo nudo di zia, nell’attimo che stavo per
schizzare tutto il mio piacere. Pensai al profumo di fica che sentivo, era di
mamma. E’ al pensiero che mi venne, di mettermi con la testa tra le sue cosce,
sborrai e ne cacciai tantissima. Mi diedi una ripulita, scesi giù, andai fuori
verso la piscina, passai la rivista a mamma, mia sorella non c’era. Non so se
capita a tutti i gemelli, ma quando non la vedevo stavo male.
- Mamma,
Patrizia dov’è?
- In giro,
non lo so. Fai il bravo! Mi passi la crema sulla schiena?
- Certo, la
vuoi solo sulla schiena?
Mi auguravo
che mi invitasse a passargliela per tutto il corpo.
- Passala dappertutto.
Si girò, si
mise a pancia sotto. Presi la crema, ne misi un po’ nel palmo della mano e
iniziai a spalmarla sulla schiena, lentamente scesi sui i reni. Guardavo il
culo, desideravo toccarlo, avevo timore ma poi mi feci forza e ci provai. Iniziando
a spalmarle la crema, prima sulle natiche, sulla parti che erano scoperte,
sulle cosce, glie le feci aprire, un po’ per passarla all’interno, la stoffa
del costume, sera stretta e fuoruscivano dei peli con la scusa della crema,
arrivai sino a toccarli. Lei lasciava fare. Io prendevo sempre più coraggio,
misi le mani, sotto alla mutandina del costume.
- Caro hai delle
mani magiche. Sei bravissimo! Mi fai sentire bene. Continua se non ti dispiace.
- Ma no
mamma, mi fa piacere e poi a dirti la verità è anche molto bello toccarti,
massaggiarti.
- Ti piace
toccarmi? Allora continua amore, sei rimasto con le mani sul culo, così ti
piace?
- Si mamma è
stupendo, c’e l’hai bello e sodo.
Stavo quasi per svenire dalla paura, ma lei mi disse
di continuare, continuai, le passai le dita tra il solco, aveva la pelle di
pesca. Le sfiorai il buco del culo. Muovevo la mano ma non andavo via da lì,
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