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venerdì 9 febbraio 2018

Napoli Milano, Con Mamma Capitolo 1



                                          Napoli Milano, Con Mamma
                                                           Capitolo 1
Una mattina, appena sveglio, strofinando gli occhi, e sbadigliando, entrai, in cucina, ciao, mamma. Ben svegliato dormiglione, la notte non spegni mai quel coso, sempre a guardare, quella roba li. Di che parli, mi dai un po’ di latte. Lo sai di che parlo, dopo, ti mostro io che guardi credi che io non so usare bello, mio, io ci lavoro tutto il giorno, con il computer e lo sai. Mamma per favore. Senti a me, mentre tu dormivi, mi a chiamato tua zia, Anna, da Milano, e ci a invitati, al matrimonio della figlia, io ci vado, tu vieni con me, non mi dire di no che mi, mi fai un torto., lo sai che non mi piace, andare da loro. Perché ti voglio bene. Ci penserò, presi , la tazza del latte, andai in camera, mia, non manco molto, e mamma, entro.
Devi decidere adesso, devo informarla, che arriviamo. A me non mi, va di venire. Mi spieghi cosa ai da un po’ di tempo, mi eviti, sei svogliato, a scuola non vai più bene molte volte non ci vai, cosa ti succede. Niente, sono cosi se mi vuoi, se non mi vuoi, vado dalla nonna. E no non te la cavi cosi, parla, qualsiasi cosa ti e successo, ce sempre un rimedio, ti posso aiutare, solo, se me ne parli. Quello che dirò, ti farà male, dato che insisti, parlerò, ti o vista sai. Cosa ai visto, spiegati. Ti o visto sul terrazzo, quando facevi il pompino al nostri vicino, e poi ti sei messa alla pecorina, e ti a scopato, mi arrivo uno schiaffo, che mi fece girare la testa di quando fu forte, mi uscirono delle lacrime, per il dolore. Come ti permetti di parlarmi cosi. Fa nulla mamma, ne parlerò con papa quando torna dall’ufficio, e gli farò vedere il filmato, e ora picchiami pure se ti fa piacere le cose, non cambieranno. Credo che abbia sbagliato, e tu vuoi, rovinare la famiglia, lo sai che con papa, non andiamo molto d’accordo, se gli mostri, il filmato, se e vero che ce  lai. Vuoi vederlo, ti mostro, che si divertirà, papa. Non lo vuoi distruggere, tuo padre, può trovarlo, molte volte, lavora sul tuo computer. Se io non voglio, non lo trova, tranquilla. Cosa ai deciso vuoi rovinare la famiglia, cosa posso, fare, per farti contento, cosa vuoi. Dipende tu cosa mi offri. E un ricatto il tuo?, parla chiaro cosa vuoi. Voglio vederti senza le mutande, e dovrai fare, quello che voglio. Sei pazzo sei mio figlio. fai come vuoi, sta a te decidere. Per una volta, ti accontento. No tutte le volte, che ne avrò voglia, e per il tempo che voglio. Sei uno emerito stronzo, e ricattatore, dove il mio bambino. Chiamami come ti pare, adesso, stenditi sul letto e togliti, le mutande, voglio vedere, la fica, da vicino. Senza toccarmi. Se mi va lo farò, e tu taci, voglio dirti, che o anche delle foto, e non ti sei incontrata una volta sola. Mi guardo, capi che non mentivo, si distese sul letto, si tolse le mutande, senza, che io potessi vedere nulla, tirati su il Vestito, lo tiro su per metà,  presi l’orlo, e lo tirai su, sino a scoprirla del tutto, una bella fica, i peli erano corti, rasata, quel tanto, da renderla più bella, apri le cosce. Adesso basta, fai quello che vuoi, che vada come deve andare, e non credo al video, o altro tu mi ai vista e vero, non potevi, essere preparato, a fare video o altro. Si alzo di scatto, raccolse le mutande, stava per uscire, d’accordo puoi andartene, dammi un secondo, e ti farò vedere, il materiale, che sono in possesso, si fermo, andai al computer, e gli mostrai le foto, erano chiare, quelle che faceva, il pompino, le avevo scattate con lo zum, era in primo ,piano, e si vedeva, in sequenza, mentre lo laccava, lo succhiava,, la forte, dove si alzava la gonna, e lui gli leccava la fica da dietro, lei si era messa alla pecorina, ero riuscito, a scattare, nel momento che lui guidava il cazzo, per entrare in fica, ce ne sono altre, adesso il film, pochi secondi a sul monitor comparvero loro due, che scopavano, pompini e leccate, un vero film porno. Distruggi tutto. Sarei matto, e non pensare, di farlo tu, o masterizzato uno cd, e non e in casa. Come ai fatto a fare le foto, e il film insieme, cera un altro con te. Questo non l’avrei mai fatto, quando mi resi conto, che tu avevi un rapporto, con il nostro vicino, ti o seguita, con la camera fotografica, scattai le foto quel giorno, io ti spiavo, come notai un giorno, controllasti se io dormivo, ti senti che andavi in bagno, capi che ti stavi lavando la fica, a proposito, ce lai bella, quel giorno ripresi con la video camera, vuoi che li do a papa, lo faro, credo che questo materiale, nelle mani degli avvocati di papa, ci andranno a nozze a distruggerti, e perdere tutto compreso, il lusso che fai. Io o allevato un mostro, non un figlio. e io mi trovo una puttana, come mamma. Che vuoi da me, e incesto, toccarmi e volermi guardare. Sai chi se ne frega, dell’incesto, mamma, io voglio tutto quello , che ti o detto, adesso, vai, lasciami solo. Usci piangendo, non provavo nulla, alle sue lacrime. Non sono un cattivo ragazzo, un cattivo figlio, mi comportavo come tale, non lo ero per niente, era da un bel po’ di tempo, che avevo perso la testa, per lei, avevo timore, avvicinarla, e dirle, mamma io desidero scopare con te, cosi avveniva che la spiassi, tra le cosce, nel pomeriggio, quando dormiva, entravo in camera sua, la guardavo il culo, tutto quello che era possibile, e questa e l’occasione, per approfittarne, non cedeva, bene era meglio che andava via, in me cera amore, e odio, papa rientrava dal lavoro, a tarda sera, ero deciso, a dirgli tutto. Alle quattordici mi chiamo il pranzo e pronto, vieni. Non o fame, esco e mangio un panino, fuori. Vieni di la, mangiamo, e dopo parliamo. Andai in cucina, lei mi servi, mangiai, a capo chino, e senza parlare, appena finito, mi alzai, per fare ritorno, nella mia camera, lei mi segui. Ne vuoi parlare, ti prego, se io ti prometto, che non l’incontro più, tu distruggi tutto, e dimentichiamo questa brutta storia. Non se ne parla, devi fare quello che ti dico io, e quando stasera, torna papa, mi fai comprare l’auto. Va bene questo lo faro. Anche, altro voglio, stenditi, e scopriti, voglio vederti, si distese di nuovo e sollevo il vestito, non si era Messa le mutande, apri le cosce, le apri, era molto eccitante, e il mio cazzo diventava sempre più duro, tesi la mano, la misi tra le cosce, accarezzavo,  la misi sulla fica, riuscì a toccarla appena,  lei me la tolse. Sei contento, adesso vuoi venire con me a Milano, devo chiamarla. Certo vengo, quando partiamo. Tra due o tre giorni. Papa non viene. Non può e molto impegnato con il lavoro. Era rimasta, distesa, e scoperta, mi chinai la baciai sulla fronte, e sulle guance, sussurrai ti voglio bene, stava per parlare, non gli diedi il tempo, la baciai, sulla bocca, e rapido, gli misi la lingua, in bocca, e la tenni ferma, non ci mise molto, inizio a corrispondere, mi abbraccio, rimisi la mano tra le cosce, ero inesperto, era la prima volta, che toccavo una donna, cercai il clitoride, lo massaggiavo, lei mi lascio di baciare. E peccato quello che stiamo facendo. E un peccato bellissimo, il piacere che provo nel baciarti. Anche per me lo e, distruggerai quel materiale. Non ci pensare, e al sicuro, sono sicuro, che se io distruggo, tutto, tu non ti fai più avvicinare, adesso, che abbiamo fatto sia la pace, che l’accordo, chiama papa, per l’auto, lo so bene che lui fa quello che vuoi tu. Mi devi promettere, che metterai al sicuro, quella roba, per l’auto, mi prometti che sarai prudente, ti sto perdendo come figlio, ormai, e inutile nasconderlo vuoi diventare il mio amante, ebbene ci sto, sia chiaro, che non mi faro chiavare, quello non avverrà mai, a costo di perdere te, marito tutto, non chiaverò mai con te, chiaro. Mamma, io desidero, tenerti tra le braccia accarezzarti, non devo essere io a dirti che ci sono altri modi, per accontentarci, e godere, entrambi, e poi ci vogliamo, ancora più bene. Chiamo papa, vediamo che ne pensa. Andai con lei, dove era posto il telefono di casa, lo chiamo, e lui dopo un po’ disse di si, che potevamo decidere da soli. Ora viene da pensare che sia uno, emerito, stronzo, e vigliacco, forse lo sono, un padre amorevole, e io gli mettevo le corna, ricattare mia madre, il desiderio di avere mamma come amante, mi faceva, fare tutto quello che, forse non avrei fatto con nessuno. Dai usciamo, andiamo a comprarla, ai, già un’idea di che auto vuoi. Dipende quanto denaro abbiamo a disposizione. Lascia a me decidere, si e raccomandato di prenderla nuova. L’abbracciai, e in quello istante, era solo mamma. Tre ore dopo, avevamo comprato l’auto ci volevano venti giorni, per la consegna, come rientrammo a casa, la presi tra le braccia, stringendola, e baciandola per tutto il viso, sei l’amore mio, non lo so se lo aspettava, o fu per puro caso, fatto sta che la baciai sulla bocca, gli diedi la lingua, l’accolse, ebbe inizio, il gioco delle lingue, e fu un bacio stupendo, motivo, era stato spontaneo no cercato, forzando ad’accettarlo, gli sollevai il vestito, misi la mano nella mutandine, che sensazione stupenda toccare la figa, qualcosa, di bello eccitante, in quello istante, per me non era più mia madre, una donna, e che donna, gli misi due dite, nella fica, e le muovevo, come a chiavarla, mi sbottonai il pantalone tirai fuori il cazzo,  la guidai a prenderlo, lo prese, mi masturbava. Amore, non mi schizzare, sperma sul vestito, mi sono eccitata, tanto, forse, e il gusto del proibito, continua, e bellissimo, amore. Mi strinse la mano tra le cosce, cosi tanto, che sentivo dolore, si era fermata, di farmi la sega, mamma continua ti prego. Si amore ai ragione, ti o lasciato a metà. Continuo,avevo tolto la mano dalla figa, e gli accarezzavo il culo,, mi scostai appena in tempo che schizzai, sperma, con molta intensità, scusa mamma, predo qualcosa per pulire. Non scusarti amore, eri cosi, carico, da stamattina, che e ovvio, che ne avevi da scaricare. Mettiamoci in ordine, devo preparare la cena, e non dimenticare, di ringraziare, papa, quando rientra. E sicuro che lo farò. Il giorno dopo nel tardo pomeriggio, prendemmo il treno a piazza Garibaldi, per Milano. I vagoni erano pieni, i nostri posti, erano uno accanto all’altro, finalmente parti, era una bolgia, con la partenza, si quieto tutto, al nostro arrivo, cera lo zio, non mi piaceva, per niente, avevo notato che faceva una corte spietata a mamma, e pure, la moglie, era più giovane di mamma, di poco, era una gran fica, del resto anche nonna, settantenne, era ancora chiavabile, mi ero sparato delle seghe, quando mi capitava, di poterla spiare, arrivati a casa, da zia, i soliti, saluti e abbracci di ben venuti, la zia poi. Tu guarda, questo giovanotto in un anno che non ti vedo, come sei cresciuto, farai impazzire, le ragazze. Mi aveva abbracciato, ancora non lo so del perché, nell’orecchio gli sussurrai, mi auguro di farla perdere a te la testa, si scosto sorridendo, mi guardo, in un modo, di complicità, le donne si misero a raccontarsi i pettegolezzi, di amiche e famiglia, dissi loro vado a distendermi un po’, o dormito poco. Vengo con te, vedo se ce tutto. Zia non disturbarti, faccio da solo. Andiamo non mi dai fastidio. Entrati in camera, fece finta di controllare, poi si giro a guardarmi. Cosi mi vuoi conquistare, sono vecchia, e sposata lo sai no. Il suo sguardo era divertito, cosi mi feci coraggio, sei una bella donna zia, sai quante volte, ti o spiato, tra le cosce. Lo notato, e dopo andavi in bagno che facevi. Lo sai, mi segavo pensando a te. Davvero dai non ti credo. Io non so ancora da dove prendevo tanto coraggio, e vero, e lo sai, ai un culo fantastico, allungai la mano e lo accarezzai, mi aspettavo, un sganascione, invece, mi sorrise, rapido gli diedi un bacio sulla bocca. Casanova, mi fanno piacere i tuoi avanzi, non siamo soli. Troveremo il tempo. Non lo so, perché che intenzioni ai. Di fare una visita, a questo bellissimo culo. Vedremo matto, sei uno gran sfrontato lo sai, volere fare il culo alla zia. Ridendo usci, mi sveglio mamma, era ora di pranzo, mi alzai, a tavola cerano anche le me cugine, una la maggiore era la sposa, l’altra, aveva un anno meno di me, credo erano, due anni che non ci vedevamo, cazzo pensai ma tutte le donne di famiglia sono cosi belle e sex, lei e Lara, dopo i saluti mangiammo, come si fini, mamma la zia, e la sposa, uscirono, cose da donne mi dissero, che se ne fregava, di cosa dovevano fare. E noi che facciamo vuoi ritornare a dormire. Non voglio dormire tu che fai. Dipende da te, vogliamo uscire. Noi due insiemi. E chi se no, se non ti va dillo. No capirai mi fa piacere, o pensato che bella come sei, di sicuro ai un ganzo, che frequenti. Ti sbagli non o il ragazzo, non mi interessano. Che sei, lesbica. Ma no che vai a

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