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domenica 15 aprile 2018

La Zia Americana Inviata da un lettore


                                         La Zia Americana
                                              Capitolo 1
Avevo diciotto anni, e da due, lavoravo sulle navi, la nave, dove ero imbarcato, non era, una di linea, si diceva, che erano navi che vanno, alla busca,( sarebbe, come vanno dove capita,) sono come i camion che sono fermi in attessa) un giorno, mentre svolgevo il mio compito, passo di la, il terzo ufficiale, mi disse che, dopo, Rio della Plata,
un porto Argentino, si andava a port Elizabeth New Jersey, ne fui contento, li cera mio zio, con la moglie che non avevo mai vista, solo nelle foto di matrimonio, e cera anche, una zia, di mamma, quella che mi attirava, era la figlia, di questa ultima più grande di me, il suo nome Rosy, di lei desidero raccontarvi un episodio, curioso, alcuni anni prima, che lei e la famiglia, emigravano in America, mi capito, di trovarmi, solo con lei, a casa sua, non ricordo, come, iniziammo a parlare di film porno, lei era curiosa, di vederne uno, e se io l’avevo visto, gli dissi di si, avevo, delle cassette, nascoste, neanche in casa. Come possiamo fare, sono molto curiosa, vorrei vederne,una, tu lai viste. Si ne approfitto, quando i miei non ci sono. Che fanno vedere, io non lo so non riesco a immaginare. Tutto, quello che, fanno una coppia. Dai non avere vergogna dillo chiaramente cosa fanno. Lui  che gli lecca , la figa, o che lei gli fa un pompino. Davvero dai non ci credo, e tu che fai te lo meni ti fai una sega. A volte si,se non mi credi, tra due giorni, i miei devono recarsi, dalla nonna, e resterò solo per due giorni, difatti hanno chiesto alla tua, se posso venire, a mangiare, qua da voi, tu vieni da me, ti faro guardare il film. Di pomeriggio, resterà tra noi, se lo vengono a sapere, sai i guai che passiamo. Di sicuro non dirò nulla, ma da te vorrei, una cosa, me la fai vedere, vorrei vederla da vicino. Che cosa vuoi vedere. La figa, dai abbassati la mutandine. Te la faccio vedere, Tu mi fai vedere, il cazzo, abbassiamoci, le mutande insieme. Io non solo, con parlare di certi argomenti, poi lei che indossava, una sottoveste, corta e trasparente, mi aveva fatto arrapare, e, l’avevo duro, ci osservammo a vicenda. Perché ce lai duro?. Devi capirlo da sola, parliamo di sesso, ti vedo, le cosce, e normale, che  lo duro, mi fai un bacio sulla fica. Oggi no, quando guardiamo il fil, lo darai, mettiti, in ordine, non tarderà arriva mamma. Due giorni dopo, finito di mangiare a casa di zia, chiesi, a Rosy, se voleva aiutarmi, con i compiti, era una scusa, lei chiese, alla mamma, consapevole, che non avrebbe fatto obiezioni. Arrivati a casa, mentre lei preparava, il popcorn e le coca, io preparai, il video, prendemmo posto, avviai, il video, e sullo schermo apparvero, i porno divi, lei spalanco gli occhi, a vedere, quelli attori che facevano pompini, leccate, di fica e culo, alla fine della cassetta, eravamo arrapati, io avevo il cazzo cosi duro che la pelle del scroto, si era tento tesa, da farmi provare un lieve dolore. Che facciamo, io devo dirti la verità vorrei provare, a prenderlo in bocca, fare il pompino, e tu. Mettiamoci nella posizione del sessantanove. Ci mettiamo qua per terra. Andiamo in camera mia, staremo più comodi, andammo in camera mia, non era la comodità, non so spiegarmi il motivo, in camera mia mi sentivo più sicuro di me, forse era stupido da parte mia, non era cosi, mi sentivo, a mio aggio, e vero, per metà, avevo nascosto, una video camera, tra i libri, dovevo trovare solo il modo di avviarla, vuoi andare i bagno prima tu, penso che, un pulita, ci vuole, forse, era vero, a me serviva una scusa, per accendere la video camera, lei fini, andai io, al mio ritorno lei era distesa, sul letto, eravamo impacciati, nessuno di noi due aveva mai fatto sesso, ci baciammo, poi come avevamo visto fare, nel filmato, ci mettemmo nella posizione del sessantanove, con due dite gli apri le Labbra della fica, iniziai a leccare, non capivo dove, dirigere le mie Attenzioni, per lei fu più facile credo, prese il cazzo, in bocca, e come aveva visto, faceva il pompino, alla fine, godemmo insieme, nulla di eccezionale, era stato un disastro, questo lo capito in seguito, lei e la famiglia, partirono, per l’America, promesse, di tenerci in contatto, mai avvenute, eravamo ragazzi, e la nostra vita aveva diviso le nostre vite, al mio arrivo, in porto, cera mio zio, erano anni che non ci vedevamo, lui parti, che ero un ragazzino, prima che la nave, arrivava, avevo chiesto, lo sbarco, ottenni il visto, per tre mesi, mi porto a casa sua, li conobbi, la moglie, zia Mina, dopo i saluti, chiesi a zio se la zia, la famiglia di Rosy, era lontano, da dove eravamo noi, mi rispose a cinquecento metri, e non erano a conoscenza del mio arrivo, mi disse ti ci porto, avevano una piccola pizzeria, come entrai Rosy resto, a bocca aperta per la sorpresa, poggio i piatti, mi abbraccio, forte, non si staccava, gli altri risero di noi, tutti, erano a conoscenza, del legame, tra di noi, ci staccammo, sorridendo, mi lascio salutare gli altri, ma lei, era diventata padrona, mi prese sotto braccio, mi porto nel retro,  come chiuse la porta, mi abbraccio di nuovo, mi trovai, con la sua lingua, in bocca, corrisposi a quel bacio cercato, desiderato, le mie mani, spaziavano, per tutto il suo corpo, da quando era partita, si era trasformata, era più fica di quello che non era, prima, si stacco da me, Rosy che ti prende, mi fa piacere bada bene, non capisco. Non lo so cosa mi prende, so cosa voglio, e voglio te, con tutta me stessa, vuoi scopare, io ricordo sempre quel giorno a casa tua, fummo un disastro, adesso che sei qua, vorrei riprovare. Anch’io lo desidero, a dirti il vero, sai quante seghe mi sono fatto, pensando a te a cosce aperte, dove, si va. Tu ti fermi un po’. Tre mesi, salvo che un’occasione, non rimanga. Allora troveremo il tempo e il luogo. Salutammo tutti, ritornammo da zia, la cena era pronta, dopo cena, si parlo di casa, delle solite stronzate, Che non interessa nessuno, zio mi disse che, lui usciva, presto per Recarsi a lavoro, io potevo poltrire, tutto il tempo, come era mia abitudine, mi svegliai, presto, non sentivo, rumori, restai sveglio e con gli occhi chiusi, pensavo a Rosy , ad un tratto si apri la porta, apri gli occhi, era la zia. Caro ti o portato, il caffè e italiano sai. Grazie non dovevi disturbarti. Che disturbo, mi fa piacere, e poi sei cosi un bel ragazzo. Grazie, bevvi il caffè, era uno schifo, non dissi nulla, come poggiai la tazzina, lei mi accarezzo il viso, non capivo cosa stava succedendo, capivo, non ci credevo, si chino e inizio a baciarmi prima sul viso, accarezzandomi, mi bacio sulla bocca e li si blocco, fu lei a forzare, per entrare, nella mia bocca, con la lingua, in quel’istante, passo lo sgomentò, corrisposi, al bacio, sollevo il lenzuolo, cerco il cazzo, inizio a masturbarmi piano, gli misi la mano nel reggiseno, tirai fuori una tetta, zia spogliati, non rispose, si tolse, quei pochi vestiti, resto nuda, mi tolsi la maglietta, e le mutande, faceva tutto lei era una furia, si mise nella posizione del sessantanove, mi trovai la sua fica sul, viso, gli misi la lingua, dentro, aveva un gusto, fresco, profumato, lei si era impossessato del cazzo, lo succhiava, aspirava, lo prendeva, tutto quello che gli era possibile, lo lasciava piano sino alla punta, w riscendeva a prenderlo di nuovo, io continuavo, a leccare, a chiavarla con un dito in figa, uno in culo, si, tolse, dalla posizione, che eravamo mi cavalco, guido il cazzo, vicino alla fica, si impalo, fece in modo che il nostri corpi aderivano, si inarco all’indietro, mostrandomi, il suo corpo, bellissimo, tesi le mani, presi le tette, le massaggiavo, e gli strizzavo i capezzoli, ebbe inizio, il Sali scendi. Fottimi, picciotto, che bello, ai la minchia, bella dura, e cosi che si scopa, figghiui, mio, cosi, amore, fammelo sentire, tutta sta minchia, sto godendo come una troia. Saliva, scendeva, sul cazzo, io ero arrivato a, limite, zia non resisto più, devo sborrare. Sborrami in figa, fammi sentire il tuo schizzo, caldo, godo ancora di Più. Esplosi, provando un piacere, intenso, si chino, sino a cercare, la mia bocca, ci baciammo per un po’. E bravo il nipotino, sei un vero stallone, italiano, alzati, fai la doccia ti va di uscire. Certo, zia, non mi lamento di quello che e successo, dimmi perché, non capisco. Se vieni di la puoi vedere una tua foto, che ci mando tua madre, e da quel giorno che ti vidi, ti desideravo, volevo scopare,ti dispiace. No, era cosi per capire. Ok ti preparo la colazione. Feci la doccia, la raggiunsi, in cucina, mentre lei serviva la colazione, bussarono alla porta, era Rosy, era con l’auto. Ciao, buongiorno zia, mi offri, un caffè, sono venuta a prenderlo, andiamo a fare un giro in città, la zia acconsenti, notai che non era contenta, poco dopo uscimmo, mi porto in giro, all’ora di pranzo, mi porto nella loro pizzeria, erano chiusi, pranzammo, tra mille domande, le prime domande, che progetti, ai  sei fidanzato, sembrava, un terzo grado, finalmente, si fini, e Rosy mi trascino, fuori. Ti voglio chiedere una cosa, e devi essere sincero, niente, bugie, nemmeno, mezze frasi d’accordo. Dimmi che vuoi sapere, sarò sincero, prometto. Cosa, provi per me, io so, cosa provo, per te, voglio sapere, tu, ti dico, che ti o pensato sempre. Rosy, non lo so di preciso, cosa provo, ti o pensato, e tanto, a volte, fantasticavo, che tu arrivavi, in Italia, venivi a prendermi, se questo e amore, allora, sono innamorato di te, e tu. Lo stesso, non ti nascondo, che o avuto un ragazzo, e con lui che o scopato per la prima volta, poi non lo voluto più incontrare, non lo cosa avrei fatto, ieri quando sei entrato, e ti o visto, o capito che ti voglio, ti amo, lo so o due anni più di te, se per te non un problema. Non lo e, dimmi che faro, resto qui, che lavoro, farò, dimmi. Semplice, lavorerai con me, i miei, sono vecchi, si vogliono ritirare, gli daremo, qualcosa, ce la caveremo, allora. Si resto, ti voglio, anche io, credo di averti sempre amato, come si fa, non posso essere, un clandestino. No sarà necessario, ci sposiamo prima che scade, il visto, e vai, in Canada, io ti richiamo, diventerai, un legale. Qua, finisce, la mia storia, io e Rosy, abbiamo due bambini meravigliosi.


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