La Zia
Americana
Capitolo 1
Avevo diciotto anni, e da due,
lavoravo sulle navi, la nave, dove ero imbarcato, non era, una di linea, si
diceva, che erano navi che vanno, alla busca,( sarebbe, come vanno dove
capita,) sono come i camion che sono fermi in attessa) un giorno, mentre svolgevo
il mio compito, passo di la, il terzo ufficiale, mi disse che, dopo, Rio della
Plata,
un porto Argentino, si andava a port Elizabeth New Jersey, ne fui
contento, li cera mio zio, con la moglie che non avevo mai vista, solo nelle
foto di matrimonio, e cera anche, una zia, di mamma, quella che mi attirava,
era la figlia, di questa ultima più grande di me, il suo nome Rosy, di lei
desidero raccontarvi un episodio, curioso, alcuni anni prima, che lei e la
famiglia, emigravano in America, mi capito, di trovarmi, solo con lei, a casa
sua, non ricordo, come, iniziammo a parlare di film porno, lei era curiosa, di
vederne uno, e se io l’avevo visto, gli dissi di si, avevo, delle cassette,
nascoste, neanche in casa. Come possiamo fare, sono molto curiosa, vorrei vederne,una,
tu lai viste. Si ne approfitto, quando i miei non ci sono. Che fanno vedere, io
non lo so non riesco a immaginare. Tutto, quello che, fanno una coppia. Dai non
avere vergogna dillo chiaramente cosa fanno. Lui che gli lecca , la figa, o che lei gli fa un
pompino. Davvero dai non ci credo, e tu che fai te lo meni ti fai una sega. A
volte si,se non mi credi, tra due giorni, i miei devono recarsi, dalla nonna, e
resterò solo per due giorni, difatti hanno chiesto alla tua, se posso venire, a
mangiare, qua da voi, tu vieni da me, ti faro guardare il film. Di pomeriggio,
resterà tra noi, se lo vengono a sapere, sai i guai che passiamo. Di sicuro non
dirò nulla, ma da te vorrei, una cosa, me la fai vedere, vorrei vederla da
vicino. Che cosa vuoi vedere. La figa, dai abbassati la mutandine. Te la faccio
vedere, Tu mi fai vedere, il cazzo, abbassiamoci, le mutande insieme. Io non
solo, con parlare di certi argomenti, poi lei che indossava, una sottoveste,
corta e trasparente, mi aveva fatto arrapare, e, l’avevo duro, ci osservammo a
vicenda. Perché ce lai duro?. Devi capirlo da sola, parliamo di sesso, ti vedo,
le cosce, e normale, che lo duro, mi fai
un bacio sulla fica. Oggi no, quando guardiamo il fil, lo darai, mettiti, in
ordine, non tarderà arriva mamma. Due giorni dopo, finito di mangiare a casa di
zia, chiesi, a Rosy, se voleva aiutarmi, con i compiti, era una scusa, lei
chiese, alla mamma, consapevole, che non avrebbe fatto obiezioni. Arrivati a
casa, mentre lei preparava, il popcorn e le coca, io preparai, il video,
prendemmo posto, avviai, il video, e sullo schermo apparvero, i porno divi, lei
spalanco gli occhi, a vedere, quelli attori che facevano pompini, leccate, di
fica e culo, alla fine della cassetta, eravamo arrapati, io avevo il cazzo cosi
duro che la pelle del scroto, si era tento tesa, da farmi provare un lieve
dolore. Che facciamo, io devo dirti la verità vorrei provare, a prenderlo in
bocca, fare il pompino, e tu. Mettiamoci nella posizione del sessantanove. Ci
mettiamo qua per terra. Andiamo in camera mia, staremo più comodi, andammo in
camera mia, non era la comodità, non so spiegarmi il motivo, in camera mia mi
sentivo più sicuro di me, forse era stupido da parte mia, non era cosi, mi
sentivo, a mio aggio, e vero, per metà, avevo nascosto, una video camera, tra i
libri, dovevo trovare solo il modo di avviarla, vuoi andare i bagno prima tu,
penso che, un pulita, ci vuole, forse, era vero, a me serviva una scusa, per
accendere la video camera, lei fini, andai io, al mio ritorno lei era distesa,
sul letto, eravamo impacciati, nessuno di noi due aveva mai fatto sesso, ci
baciammo, poi come avevamo visto fare, nel filmato, ci mettemmo nella posizione
del sessantanove, con due dite gli apri le Labbra della fica, iniziai a
leccare, non capivo dove, dirigere le mie Attenzioni, per lei fu più facile
credo, prese il cazzo, in bocca, e come aveva visto, faceva il pompino, alla
fine, godemmo insieme, nulla di eccezionale, era stato un disastro, questo lo
capito in seguito, lei e la famiglia, partirono, per l’America, promesse, di
tenerci in contatto, mai avvenute, eravamo ragazzi, e la nostra vita aveva
diviso le nostre vite, al mio arrivo, in porto, cera mio zio, erano anni che
non ci vedevamo, lui parti, che ero un ragazzino, prima che la nave, arrivava,
avevo chiesto, lo sbarco, ottenni il visto, per tre mesi, mi porto a casa sua,
li conobbi, la moglie, zia Mina, dopo i saluti, chiesi a zio se la zia, la
famiglia di Rosy, era lontano, da dove eravamo noi, mi rispose a cinquecento
metri, e non erano a conoscenza del mio arrivo, mi disse ti ci porto, avevano
una piccola pizzeria, come entrai Rosy resto, a bocca aperta per la sorpresa,
poggio i piatti, mi abbraccio, forte, non si staccava, gli altri risero di noi,
tutti, erano a conoscenza, del legame, tra di noi, ci staccammo, sorridendo, mi
lascio salutare gli altri, ma lei, era diventata padrona, mi prese sotto
braccio, mi porto nel retro, come chiuse
la porta, mi abbraccio di nuovo, mi trovai, con la sua lingua, in bocca,
corrisposi a quel bacio cercato, desiderato, le mie mani, spaziavano, per tutto
il suo corpo, da quando era partita, si era trasformata, era più fica di quello
che non era, prima, si stacco da me, Rosy che ti prende, mi fa piacere bada
bene, non capisco. Non lo so cosa mi prende, so cosa voglio, e voglio te, con
tutta me stessa, vuoi scopare, io ricordo sempre quel giorno a casa tua, fummo
un disastro, adesso che sei qua, vorrei riprovare. Anch’io lo desidero, a dirti
il vero, sai quante seghe mi sono fatto, pensando a te a cosce aperte, dove, si
va. Tu ti fermi un po’. Tre mesi, salvo che un’occasione, non rimanga. Allora
troveremo il tempo e il luogo. Salutammo tutti, ritornammo da zia, la cena era
pronta, dopo cena, si parlo di casa, delle solite stronzate, Che non interessa
nessuno, zio mi disse che, lui usciva, presto per Recarsi a lavoro, io potevo
poltrire, tutto il tempo, come era mia abitudine, mi svegliai, presto, non sentivo,
rumori, restai sveglio e con gli occhi chiusi, pensavo a Rosy , ad un tratto si
apri la porta, apri gli occhi, era la zia. Caro ti o portato, il caffè e
italiano sai. Grazie non dovevi disturbarti. Che disturbo, mi fa piacere, e poi
sei cosi un bel ragazzo. Grazie, bevvi il caffè, era uno schifo, non dissi
nulla, come poggiai la tazzina, lei mi accarezzo il viso, non capivo cosa stava
succedendo, capivo, non ci credevo, si chino e inizio a baciarmi prima sul
viso, accarezzandomi, mi bacio sulla bocca e li si blocco, fu lei a forzare,
per entrare, nella mia bocca, con la lingua, in quel’istante, passo lo
sgomentò, corrisposi, al bacio, sollevo il lenzuolo, cerco il cazzo, inizio a
masturbarmi piano, gli misi la mano nel reggiseno, tirai fuori una tetta, zia
spogliati, non rispose, si tolse, quei pochi vestiti, resto nuda, mi tolsi la
maglietta, e le mutande, faceva tutto lei era una furia, si mise nella
posizione del sessantanove, mi trovai la sua fica sul, viso, gli misi la
lingua, dentro, aveva un gusto, fresco, profumato, lei si era impossessato del
cazzo, lo succhiava, aspirava, lo prendeva, tutto quello che gli era possibile,
lo lasciava piano sino alla punta, w riscendeva a prenderlo di nuovo, io
continuavo, a leccare, a chiavarla con un dito in figa, uno in culo, si, tolse,
dalla posizione, che eravamo mi cavalco, guido il cazzo, vicino alla fica, si
impalo, fece in modo che il nostri corpi aderivano, si inarco all’indietro,
mostrandomi, il suo corpo, bellissimo, tesi le mani, presi le tette, le
massaggiavo, e gli strizzavo i capezzoli, ebbe inizio, il Sali scendi. Fottimi,
picciotto, che bello, ai la minchia, bella dura, e cosi che si scopa, figghiui,
mio, cosi, amore, fammelo sentire, tutta sta minchia, sto godendo come una
troia. Saliva, scendeva, sul cazzo, io ero arrivato a, limite, zia non resisto
più, devo sborrare. Sborrami in figa, fammi sentire il tuo schizzo, caldo, godo
ancora di Più. Esplosi, provando un piacere, intenso, si chino, sino a cercare,
la mia bocca, ci baciammo per un po’. E bravo il nipotino, sei un vero
stallone, italiano, alzati, fai la doccia ti va di uscire. Certo, zia, non mi
lamento di quello che e successo, dimmi perché, non capisco. Se vieni di la
puoi vedere una tua foto, che ci mando tua madre, e da quel giorno che ti vidi,
ti desideravo, volevo scopare,ti dispiace. No, era cosi per capire. Ok ti
preparo la colazione. Feci la doccia, la raggiunsi, in cucina, mentre lei
serviva la colazione, bussarono alla porta, era Rosy, era con l’auto. Ciao,
buongiorno zia, mi offri, un caffè, sono venuta a prenderlo, andiamo a fare un
giro in città, la zia acconsenti, notai che non era contenta, poco dopo
uscimmo, mi porto in giro, all’ora di pranzo, mi porto nella loro pizzeria,
erano chiusi, pranzammo, tra mille domande, le prime domande, che progetti, ai sei fidanzato, sembrava, un terzo grado,
finalmente, si fini, e Rosy mi trascino, fuori. Ti voglio chiedere una cosa, e
devi essere sincero, niente, bugie, nemmeno, mezze frasi d’accordo. Dimmi che
vuoi sapere, sarò sincero, prometto. Cosa, provi per me, io so, cosa provo, per
te, voglio sapere, tu, ti dico, che ti o pensato sempre. Rosy, non lo so di
preciso, cosa provo, ti o pensato, e tanto, a volte, fantasticavo, che tu
arrivavi, in Italia, venivi a prendermi, se questo e amore, allora, sono
innamorato di te, e tu. Lo stesso, non ti nascondo, che o avuto un ragazzo, e
con lui che o scopato per la prima volta, poi non lo voluto più incontrare, non
lo cosa avrei fatto, ieri quando sei entrato, e ti o visto, o capito che ti
voglio, ti amo, lo so o due anni più di te, se per te non un problema. Non lo
e, dimmi che faro, resto qui, che lavoro, farò, dimmi. Semplice, lavorerai con
me, i miei, sono vecchi, si vogliono ritirare, gli daremo, qualcosa, ce la
caveremo, allora. Si resto, ti voglio, anche io, credo di averti sempre amato,
come si fa, non posso essere, un clandestino. No sarà necessario, ci sposiamo
prima che scade, il visto, e vai, in Canada, io ti richiamo, diventerai, un
legale. Qua, finisce, la mia storia, io e Rosy, abbiamo due bambini
meravigliosi.
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