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martedì 15 agosto 2017

Mia Nipote mi sballa ( Tommaso )




                                          Mia Nipote mi sballa

Ero nel mio ufficio, lavoravo ad un progetto quando squillò il telefono, mi dava fastidio essere disturbato. Risposi e restai molto sorpreso. Era mio fratello che viveva in Belgio.
-Ciao come stai? non ti fai mai sentire, dimmi tutto. Va tutto bene ti ho chiamato per dirti che vengo a farti una visita. Vengo con mia moglie e mia figlia; che fai mi ospiti o devo andare in albergo?
-Ma certo sarai mio ospite, non devi dirlo neanche. Ci salutammo, e pensai: cazzo erano anni che non ci vedevamo. Lui era emigrato da molti anni, adesso che cazzo vuole? non potevo rifiutargli l’ospitalità.
Gli voglio bene, è mio fratello. Ma io sono felicemente singolo e mi piace stare da solo. Quando ho voglia di una scopata, qualche donna la trovo facilmente. Quella telefonata mi deconcentrò e persi la voglia di continuare il lavoro, così decisi di andarmene a casa. Avvisai la segretaria ed andai via. Due giorni dopo arrivò mio fratello con i suoi e fu una sorpresa, io non conoscevo né la moglie né tantomeno la figlia, salvo qualche foto guardata distrattamente. In quel momento mi venne da pensare, e bravo il fratellone, che donna si scopa e la figlia, poteva fare la modella. La ragazza non aveva un grande culo e le tette erano piccoline, ma era affascinante. Pensai una come te potrebbe riuscire a cambiare il mio modo di pensare, potrei anche perdere la mia libertà.
-Dimmi fratellino sempre scapolo? quando mi farai diventare zio?
 -Che vuoi? nessuna donna mi vuole, che posso farci?
-Se vuoi ti presento io mia sorella, è bellissima; Fu la moglie a farmi la proposta.
-Ti ringrazio, se è bella come te, ci sto.
-E’ galante tuo fratello amore, fai attenzione, potrei farci un pensierino. Ci fu una risata collettiva. Mia cognata era bella ma quella che mi aveva scosso era mia nipote Mara. Loro due parlavano il francese e se c’è una cosa che mi fa arrapare il cazzo, sono le donne, che parlano francese. Mentre loro, si davano una rinfrescata, ordinai una cena al ristorante, dopo aver chiesto loro cosa preferivano. Era mezzanotte passata, quando si andò a dormire. Mi giravo nel letto, non riuscivo a dormire, un pensiero fisso nella mia testa: mia nipote. Mi alzai, ero nervoso, andai in cucina, presi una birra ed andai fuori in giardino, stappai la birra, stavo per bere, quando:
-Zio, mi dai un sorso?
-Restai sorpreso, non mi aspettavo, di trovarla lì.
-Prendi io ne prendo un'altra.
-Ma no zio un sorso, se papà mi scopre, mi mena.
-Le passai la bottiglia. Lei bevve un sorso poi me la ripassò. Si era seduta al mio fianco. Dimmi come mai non parli, l’italiano?
-Zio io lo parlo, solo che mi viene più facile, il francese.
-A me piace molto, sentirti parlare in francese, mi eccita un sacco. Sei molto bella.
-Grazie zio, sono sincera, riconosco da me che non sono una gran fica. Come dite voi italiani. 
-Sei bellissima cara e la verità.
-Ti ringrazio anche tu sei un gran fico.
- Fico? me la cavo, ho i miei anni.
- Dimmi la verità, vorresti baciarmi è vero?
- Da cosa l’hai capito?
- Da come mi guardi, dal momento, che siamo arrivati.
- Baciami lo desidero anch’io. Le feci una carezza al volto, mi chinai, lei mi venne incontro e le nostre bocche si unirono tra loro, le lingue si toccavano con molto piacere. Le misi una mano sulla coscia, era senza calze e la sue pelle, dato la giovane età, era vellutata, salii su sino a metterla nel mezzo, lei aprì le cosce, le scostai la mutandina, sentii al tocco, che aveva la fica rasata, passai un dito tra le labbra, mi fermai sul clitoride. Sentii la sua mano sbottonarmi i pantaloni, mi tirò fuori il cazzo che manco a dirlo, era al massimo dell’eccitazione, iniziò a masturbarmi. Forse era la sua giovane età, che mi eccitava così tanto, non so ma non era cosa di tutti i giorni baciare, e farmi masturbare da una giovane donna, non era una minorenne, altrimenti non mi sarei neanche avvicinato. Si continuò per un bel po’, poi ad un tratto lei si scostò e si inginocchiò, non aveva lasciato il cazzo, leccò la cappella, mi abbassò di più, i pantaloni, si mise con la testa tra le mie cosce, mi lecco le palle, riprese la capocchia tra le labbra, mi passò la lingua,  ‘’  la cosa bella, era che succhiava, aspirando, ’’  mi sentivo in paradiso, ero in procinto di godere quando una voce gridò chiedendo dove siete? era mio fratello, riuscimmo appena in tempo a ricomporci che mio fratello ci raggiunse.
- Che fate non dormite, fa caldo vero?
- Sì il caldo quest’anno è più forte, ti toglie il respiro.
- Bene io vado, ci provo, disse Mara, ciao zio, buona notte papà.
- Restai solo con salvatore, ci scambiavamo pensieri e ricordi mentre io mi sentivo di merda. Ripetevo a me stesso che cazzo di uomo sei? come puoi guardarlo in faccia, è tuo fratello e ti stavi facendo fare un pompino dalla figlia. Non potevo farci niente, era stata una cosa non calcolata; dopo un po’ ci demmo la buona notte. Mentre disteso sul letto, il pensiero di lei mi tormentava l’anima, mi rivedevo lei con il mio cazzo in bocca che mi spampinava, per calmarmi dovetti spararmi una sega colossale. L’indomani mattina ero in cucina, mi preparavo il caffè entrò mia cognata.
- Buongiorno hai dormito bene? so che avete parlato molto tu e mia figlia, che vi siete detti? Cose della vita, è molto intelligente.
- E’ di questo che volevamo parlarti io e tuo fratello.
- Anna dimmi tutto, o preferisci che ci sia anche Salvatore? Posso anticipare quello che vogliamo da te: nostra figlia, Mara, vuole restare, le piacerebbe frequentare la scuola d’arte, quello che ti chiediamo è se la vuoi ospitare, non abbiamo tante risorse economiche da mantenerla qua affittando un appartamento, le possiamo dare il denaro necessario per le spese, per mangiare, sta a te decidere, so bene che ti chiediamo molto. Non stare a preoccuparti, come vedi la casa è grande, può stare quanto vuole, metterò alcune regole, è bene che lo sappiate, non mi deve portare né amici né ragazzi e deve mantenere in ordine le sue cose; per le pulizie viene una signora tutti i giorni, se lei è disposta a rispettare queste regole può restare tutto il tempo che vuole, per vitto e alloggio, non mi dovete nulla.
- Ti posso assicurare che è una ragazza a posto, non ti darà nessun problema.
- Me lo auguro.
-Arrivò mio fratello, mi disse che mi era riconoscente. Alcuni giorni dopo mio fratello con la moglie ripartirono, il lavoro li attendeva. Aiutai Mara per la scuola, di quella notte nessuno di noi due, accennò nulla. Quello che pensai era che si era comportata, un po’ da puttanella, mi aveva addolcito, facendomi credere, che facendomi un pompino, io sarei stato più malleabile, meglio non pensarci, neanche io mi sono comportato bene.
Una domenica mattina, mentre facevo colazione.
- Buongiorno zio, che facciamo oggi? non staremo mica in casa, dai fammi conoscere, la città ed i dintorni.
- Va bene, ti porterò a vedere il nostro paese natio, ci sono dei nostri zii, zie, parenti e c’è la casa dei nonni che sta cadendo a pezzi. Un’ora dopo partimmo, lei aveva indossato una minigonna vertiginosa, nei movimenti, non so se casuali o fatti di proposito, potevo vedere la mutandina, come fummo fuori città le chiesi: Mara, in borsa hai qualcosa di più lungo?
- Che cosa c’è che non va, ti scandalizza?
- Non a me, il paese dove stiamo andando, è piccolo e contadino, è un paese di vecchi.
- E i giovani dove sono? Tutti i giovani lasciano il paese per la grande città, c’è un autogrill, mi fermo e tu ti cambi ok? Mi fece una smorfia, mi fermai, lei andò nei bagni io ordinai al bar, dopo venti minuti ripartimmo, aveva indossato dei pantaloni, era ancora più provocante. Al nostro arrivo, i parenti tra saluti ed abbracci, ci invitavano tutti a pranzo, ma io rifiutavo. Il motivo era che conoscevo un posto non molto lontano dove si mangia il pesce, ed è buonissimo. Vieni ti porto a vedere dove siamo nati e cresciuti. La portai a casa dei miei, genitori, era un bel po’ di tempo che non venivo, appena fummo entrati lei esclamò:
- Ma zio è bellissima, si ha l’impressione di entrare, in un altro tempo.
- Si è vero, qua, è come se il tempo si fosse fermato. Vieni facciamo un giro, nella proprietà. D’accordo ma dopo, ho un lavoro da finire, l’ho lasciato a metà ed a me non piacciono i lavori non finiti; siediti.
- Mi misi seduto sul divano, non capivo cosa intendesse. Cosa doveva finire? Si inginocchiò davanti a me e mi sbottono i pantaloni. Ma che fai, sei pazza?
- Zio ti prego lasciami fare. Quella notte ti lasciai a metà, ora voglio finire. - Non risposi, cosa potevo dire? lo volevo anch’io, da quella notte, non aspettavo altro che questo momento. Nel frattempo, mi aveva tirato giù i pantaloni, Il cazzo, era semi rigido, lo prese e mentre mi masturbava lentamente, avvicinò la bocca, passò la lingua per tutta la cappella, lo leccò dal di sotto poi ritornò sulla capocchia, lo prese iniziando a succhiare; saliva e scendeva, cercava di prenderlo tutto poi lo lasciava uscire sino alla punta e ritornava giù. Le avevo messo le mani sulla testa, accompagnandola nel movimento, Cara che bello, sto per godere lasciami. Lei fece orecchie da mercante, non mi diede retta, mi strinse le palle, bloccandomi la venuta, continuò ancora, poi inevitabilmente schizzai, la bloccai sul cazzo che gli toccava il fondo della gola, stava per soffocare, ingoiò tutta la sborra che gli schizzai in gola. Lo tenne in bocca fino a che non lo pulì del tutto. Finito si alzò e sorridendo andò al bagno. Passammo tutto il giorno in giro nei dintorni. Era notte, quando rientrammo a casa.
- Zio ho passato una giornata fantastica, spero che ce ne saranno altri di giorni cosi.  
- Mi sono divertito anche io e ti prometto che tutte le domeniche andremo da qualche parte. Lei sorrise, era contenta. Io avevo un desiderio che mi faceva star male. La presi per i fianchi e la tirai a me cercando la sua bocca, come un assetato cerca l’acqua nel deserto. Lei si strinse forte, aprì le labbra per ricevere la mia lingua, che come una biscia, si insinuò dentro la sua bocca, le nostre lingue erano frenetiche, si cercavano giocavano tra loro. Io mi gustavo la sua saliva, le accarezzai il culo. Lei mi sbottonò la camicia io la sollevai e la portai in camera da letto, l’adagiai sul letto, le sfilai i pantaloni, poi mi disse: continuo io, tu spogliati. Finii di spogliarmi e lei fece altrettanto. Mio Dio, vederla nuda era da infarto. Mi distesi al suo fianco. Ero consapevole di commettere un sacrilegio, scoparmi mia nipote, ma era un desiderio incontrollabile, la volevo e quello che deve succedere, succeda. Ci abbracciammo, lei apri le cosce, accolse il cazzo, poi strinse le cosce. Credo che lei a parte di sentire il calore del cazzo tra le cosce, desiderava che i nostri corpi, aderissero come a diventare un solo corpo. Ripresi a baciarla, ebbe inizio un bacio lungo e bellissimo. Ma dopo un bel po’ che ci baciavamo, il mio desideri di scoprire con la bocca tutto il suo corpo vinse, mi dedicai con impegno, alle sue tette che non erano grandi, al contrario, sembravano due grosse pesche, i capezzoli di colore roseo, sembravano due bottoni, appena li toccai con la lingua, reagirono ed indurendosi aumentarono di volume. Le misi la mano tra le cosce ed un dito nella fighetta.
- Zio che bello, continua così, girati, mettiti nella posizione che posso prenderti il cazzo.
- Mi girai, mettendomi quasi, nella posizione del sessantanove. Io non volevo, che mi facesse un pompino. Volevo scoparla, chiavarla, era troppo il desiderio. Non gli leccai la fica, mi tolsi dalla posizione. Mi distesi su di lei che aprì le cosce, guidai il cazzo ed entrai in lei, la fica era stretta, ci andai piano, davo dei piccoli colpi di reni, delicati, e molto lentamente, mi tiravo indietro e poi di nuovo spingevo per entrare, la figa si inumidì, entrai completamente ed iniziai a chiavarla.
- Zio quanto tempo abbiamo sprecato. E’ questo che aspettavo dal primo giorno che ci siamo, conosciuti. Chiavami forte mi piace molto sentire che mi desideri. Non risposi, in quel momento desideravo il silenzio, avevo atteso tanto quel momento. Lei si era avvinghiata forte a me. Le sue lunghe gambe, le aveva incrociate sulla mia schiena. Chiavavo, la baciavo, lei mi gridava il suo amore ed il suo piacere. Cercai di tirarla un po’ alla lunga ma ero arrivato al limite e come un grande incosciente, le sborrai in fica. Quella notte scopammo varie volte. L’indomani mattina, al nostro risveglio, ci guardammo.
- Come devo chiamarti, zio credo che non vada bene, ti sembra?
- Lo credo anch’ io. Dimmi che facciamo come viviamo adesso?
- Sta a te disse, possiamo vivere come una coppia, cosa ci manca e chi ce lo impedisce?
- Non risposi, mi alzai andai a fare la doccia. Sotto al getto dell’acqua, cercavo di riflettere. Di una cosa ero certo, avevo scoperto di amarla. Dovevo parlare con mio fratello. Per la prima volta nella mia vita, avevo paura. La giornata lavorativa passò ed al mio rientro, lei era in cucina a preparare la cena.
- Amore tra poco è pronto, vuoi darti una rinfrescata prima di cenare? Dopo, vieni dammi un bacio amore mio, il tempo non passava mai. Ci baciammo e con un amore mai provato prima. Siediti devo chiederti una cosa per me molto importante. Mi guardò seria. Guardandola negli occhi, le presi le mani. Amore dimmi e che sia la verità, vuoi sposarmi? ci saranno, molte difficoltà, ma credo che ce la faremo. Perché piangi amore? non sei obbligata.
- Amore mio sono lacrime di gioia, mi rendi felice, certo che dico di si, ti sposo e quello che più desidero. Ci scambiammo un bacio a sigillare il nostro amore. Dopo cena, mi chiusi nello studio e chiamai mio fratello. Ciao Salvatore, come va tutto bene?
- Certo come mai questa chiamata?
- Forse mi odierai, io devo dirti le cose come stanno, io sono innamorato di tua figlia le ho chiesto di sposarmi e lei ha detto sì.
- Auguri e figli maschi.
- Ma come la prendi così? e io che avevo paura. E di che? Tieniti forte, qualcosa avevamo capito e poi non ci sono problemi, Mara, è figlia di mia moglie, quando è entrata nella mia vita, aveva tre anni. E’ vero che porta il mio nome, il nostro, possiamo presentare i documenti che dimostrano, che tra voi non ce nessuno legame di sangue.
Lo ringraziai. Oggi sono passati alcuni anni, siamo sposati felicemente e con due bambini.
Questa e la nostra storia. Un amore nato per caso, travolgente ed infinito




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