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sabato 19 agosto 2017

Una dolce sorpresa ( Dal Capitano )

                                                                     Una dolce sorpresa
       
Di comune accordo tra me, mia figlia e la mia ex compagna occasionale, ho deciso di raccontare la nostra storia. Sia chiaro che io sono un ateo, non credo in nulla, ma non sono qua a raccontarvi le mie idee sulla religione. Credo fermamente, che la vita ci gioca degli scherzi che possono essere belli o brutti a seconda delle situazioni. In questa mia storia, descriverò come il fato ha giocato con le nostre vite.

Molti anni fa, mi imbarcai come allievo di coperta, su una nave passeggeri. Mi sentivo euforico, non era da tutti, potersi imbarcare per la prima volta direttamente da allievo. La mattina che salii a bordo, una ragazza mi guidò nella mia cabina, era piccola ma carina. Per me era tutto nuovo e fantastico. E’ del tutto inutile raccontare la prassi.
Addette alle cabine c’erano delle ragazze polacche, sia a quelle degli ufficiali, che a quelle dei passeggeri, sin dal primo giorno mi colpì una in particolare, il suo nome era Silvia, già il nome per me era eccitante. Chiesi ad un giovane allievo come me, se c’erano speranze, di combinare qualcosa.
‘’ scopare, ci siamo capiti? ‘’. Mi disse che, ci potevo provare, che molte ragazze facevano già coppia e lui non lo sapeva se lei, Silvia stesse con qualcuno. Da quel giorno iniziai a farle una corte serrata, lei se la rideva, finché un giorno mentre ero sulla passeggiata, “promenade”, lei passò ed io buttai lì il solito complimento.

- Dimmi, Silvio, ma tu vuoi stare con me? per dirla in breve, vuoi scopare? è così che si dice in Italia, vero?
- Si è cosi che si dice volgarmente, non so se mi capisci.
- Capisco e secondo me non è volgare.
- Fare l’amore, Scopare mi piace di più, sii chiaro è quello che vuoi?
- Sei bella e mi piaci molto.
- Stasera a che ora sei libero?
- Dalle venti, in poi, devo aspettarti?
- Si verrò nella tua cabina dopo le venti.
- Ci separammo ed io ero al settimo cielo, quella sera avrei scopato e con la più bella ragazza, la più bona. Dopo cena, dissi ai colleghi che avevo un po’ di mal di testa, mi ritirai nella mia cabina. Alle venti, precise arrivò lei.
- Ciao hai qualcosa da bere? ci facciamo un drink?
- Ho del cognac, ti va?
- Sì, può andare, mentre tu prepari io faccio la doccia.
- Poco dopo usci dalla doccia con il mio accappatoio. Le passai il bicchiere e brindammo, finito il di bere disse: andiamo a letto, dopo devo fare ritorno alla mia cabina non posso dormire con te. C’è il capo dandarmi che è un rompi cazzo.
‘’ Il capo dandarmi è colui che controlla che l’equipaggio righi dritto, e non si mischi con i passeggeri ‘’. 
- Fu lei a prendere l’iniziativa. Poggiò la sua bocca sulla mia, passo la lingua tra le mie labbra. L’abbracciai, le diedi la mia lingua. Iniziò il gioco delle lingue. Misi la mano nel centro e cercai la cintura dell’accappatoio, la tirai, si aprì. Glie lo tolsi, restando nuda potei apprezzare a pieno, era una gran figa. La portai sul letto e dopo essermi spogliato, mi distesi al suo fianco uno di fronte all’altro. Cercai la sua bocca, ci baciammo con ardore, desideravo scoparla. La girai, mi distesi su di lei.
- Aspetta ti aiuto io.
-Prese il cazzo e lo guidò per farmi entrare in lei. Fu qualcosa di fantastico.
Da quella notte, lei veniva tutte le notti, facevamo coppia. Come era normale, alla fine dell’imbarco, ognuno di noi prendeva strade diverse. Sono passati molti anni da quel periodo. Io non sono più il giovane allievo. Ora sono il comandante, di navi sia da cargo, che passeggeri.
- Adesso inizio a raccontarvi la mia storia, a sorpresa.
La società di navigazione mi chiamò, chiedendomi se fossi stato disposto a stare fuori per del tempo, accettai e mi recai al porto di Genova per imbarco. Di solito, c’è molto movimento di personale, con un equipaggio di milletrecento persone, è normale. Io ho sempre, detto che le navi di quelle dimensioni sono le nazioni unite. Non so spiegarmi il motivo di come tante nazionalità insieme, ridono e lavorano fianco a fianco, senza problemi.
Dopo avere preso le consegne, feci un giro e nella hall, vidi i nuovi arrivati, tra loro una ragazza giovanissima, bionda, bella, una gran gnocca. C’era il capo alloggio, che conoscevo, era lui che assegnava il lavoro ai nuovi, gli feci segno di avvicinarsi.
- Comandate piacere di rivederla.
- Dimmi chi è quella ragazza? Puoi darla a me come cameriera?
- Certo solo che è al suo primo imbraco, non ha nessuna pratica.
 - Imparerà, mandala da me. Lo salutai e continuai il mio giro.
‘’ Solo il comandante in prima, ha il privilegio, di un cameriere personale’’ Dopo aver fatto il giro, conosciuto alcuni ufficiali e salutato altri di mia conoscenza, ritornai nella mia cabina. C’era la ragazza, con una donna più anziana che le spiegava i suoi compiti. Poco dopo, lei si era messa al lavoro e l’altra donna era andata via.
- Come ti chiami?
- Karolina, comandante.  
- Di dove sei, polacca lo so ma di dove?
 - Gdynia, comandante.
- Quanti anni hai? sei molto giovane.
- Diciannove compiuti da poco. Non dissi più nulla, cosa potevo dirle? Ero arrapato al massimo. Ora dovevo trovare il modo di riuscire a farla diventare la mia donna da letto. Iniziai con un corteggiamento molto delicato. La differenza di età poteva essere un ostacolo. Notai che le faceva piacere. Un giorno mi venne da porle una domanda. Karolina dimmi, come mai parli così bene l’italiano?
- Non lo so il motivo ma mia madre è innamorata delle sua terra, e cosi mi invogliò a studiare l’italiano, insieme all’inglese.
- Al nostro arrivo nel porto di Barcellona, mi venne di chiederle: Karolina uscirai dopo il lavoro? se vuoi delle ore libere dillo, posso fare da solo.
- No comandante, non so, dove andare e non ho nessuno con cui uscire.
-Era l’occasione giusta.
- Ti va di venire con me a cena? sempre se ti vada di uscire con un vecchio ovvio.
- Ma lei non è vecchio. E’ io accetto volentieri, di venire a cena con lei.
- Bene ci incontriamo, alla scala appena sei pronta, lascia tutto, e vai a cambiarti. Dopo essermi cambiato e messomi in borghese, andai allo scalandrone. Karolina era lì ad attendermi. La presi per mano e scendemmo. Gli ufficiali e altri membri dell’equipaggio, senza darlo a vedere, mostravano curiosità. Non era normale, che si ostentava il rapporto con una ragazza. Io me ne fregavo per due motivi, il primo ero il comandante e non mi frega nulla di loro, secondo e cosa più importante ero single, pertanto possono spettegolare, come vogliono.
Prendemmo un taxi, dissi di portarci alla Rampa. Cara che cosa preferisci, mangiare?
- Comandante ma ci tiene cosi tanto cenare, con tanto cibo che, ce sulla nave.
- Non vuoi cenare?
- Ma no, io ho capito, il suo invito a cena era per portarmi fuori ed io ci sono venuta volentieri.
- Come vuoi, solo quando, stiamo da soli, chiamami per nome, Silvio. 
- Va bene, mi piace il tuo nome.
- Dimmi che vuoi fare, andare a ballare?
- Silvio facciamo un giro, prendiamo un gelato e torniamo a bordo. Tu hai fatto tutto questo per portarmi a letto. Mi vuoi scopare, non perdiamo tempo inutile.
- Restai di merda, l’intenzione era quella, che me lo sbattesse in faccia, questo non me lo aspettavo. Come vuoi, prendiamo un gelato. Desidero che tu sia sincera, verrai a letto con me, perché sono il comandante?
- No mi piaci tu e desidero chiavare con te. Riflettici e capirai da solo, se io ti respingo, tu dopo un po’ ti stanchi di provarci e mi fai cambiare lavoro.
- Non lo farei.
- Non è così e lo sai. Lo sai, se cambio vado ai passeggeri e guadagnerei di più, mi piaci e ti voglio, facciamo ritorno a bordo. Non aveva torto, molte persone, che non lavorano ai passeggeri, guadagnano molto meno. Tornammo a bordo, ci recammo nella mia cabina. ‘’ La mia non è una cabina ma un appartamento ‘’. Chiusa la porta alle spalle, la strinsi tra le braccia e cercai la sua bocca, come un assetato cerca l’acqua nel deserto. Le diedi la lingua, lei l’accolse, è inizio un bacio bellissimo. Le nostre lingue si intrecciavano giocavano tra loro, io ero al settimo cielo. La sollevai, la portai sul letto.
- Silvio aspetta lasciami spogliare.
- Ti dispiace se lo faccio io?
- Come vuoi tu.
- Le sbottonai la camicetta, era senza reggiseno, i seni, erano duri e sodi, con i capezzoli, molto pronunciati. Ne presi uno tra le labbra, iniziai a lambirlo con la punta della lingua, il capezzolo si indurì, nel frattempo, le accarezzavo l’altro. Passavo da un seno all’altro. Ero cosi eccitato, che il mio povero cazzo, voleva ribellarsi per come era pressato nel pantalone. Le tolsi la camicetta, scesi giù, le sfilai la gonna e le mutandine. Mio Dio un corpo da sballo. Ho letto da qualche parte, che un corpo cosi lo definiscono da cerbiatta. Il colore della pelle, era quasi dorata, dovuta all’abbronzatura, si intravedeva una leggera peluria bionda, un cespuglio biondo a contorno della sua fica. Mi attirò come una calamita. Le aprii le cosce e mi misi con la testa nel mezzo.
- Silvio calmati, spogliati anche tu. Lascia che io possa ricambiare le tue carezze.
- Mi spogliai completamente e ritornai a mettermi con la testa tra le sue cosce. Lei cambiò posizione, si mise sotto di me. Nella classica posizione del sessantanove. Prese il cazzo e sentii la sua lingua, leccarmi la cappella. Presi il clitoride, tra le labbra, era piccolissimo, a stento riuscivo a trattenerlo. Le misi un dito in figa, leccavo e la masturbavo. Lei mi stava facendo un pompino a dire poco colossale. Ora volevo il suo corpo, desideravo scoparla, più di ogni altra cosa al mondo. Cambiai posizione, mi distesi su di lei, guidai il cazzo all’ingresso e dando un leggero colpo di reni iniziai ad entrare in lei. La sua figa era un po’ stretta ma lentamente e con dolcezza riuscii ad entrare fino in fondo. Lei mise i piedi, sulle mie natiche.
- Silvio, chiavami molto lentamente. Mi piace, che duri a lungo.
Facile a dirlo, ero così carico che non ci avrei messo molto, a esplodere. Continuai a scoparla piano e dolcemente. Lei alzava il corpo, a venire incontro al cazzo.
- Silvio e bellooo, continua, non ti fermare.  Dopo un bel po’ che la chiavavo, non resistevo più, mi tirai fuori dalla figa, continuai con la mano e le sborrai addosso, ne uscì fuori tantissima.
- Silvio perché, non ai finito dentro?  
- Mia cara, non ho messo il preservativo, ci manca che mi vieni gravida.
- Caro io prendo la pillola, puoi scopare tranquillo. Sarà per la prossima volta.
Ci baciammo è ci scambiavamo, delle carezze.
Da quella sera, diventò la mia amante, sulla nave, tutti erano a conoscenza, della nostra relazione.
Un giorno, mentre mi aiutava con la divisa.
- Silvio posso, chiederti un favore.
- Dimmi cara, tutto per amore tuo.
- Grazie sei cosi, gentile con me. Voglio chiederti se mi aiuti, mamma vuole imbarcarsi, puoi farla arrivare? cosi mi sentirò meno sola. Sicuro che la facciamo arrivare, adesso chiamo l’ufficio. Chiamai il commissario di bordo, gli chiesi di fare arrivare la mamma di Karolina. Cara vai, all’ufficio, commissario e dai tutto quello che serve, al prossimo arrivo a Genova, tua madre arriverà. Ti amo amore mio.
- Se vuoi, questa sera ti do il culetto, ti piace cosi tanto. Vai senno ti sbatto sul letto, in questo momento. ‘’ A bordo, il letto viene chiamato cuccetta ‘’.
Cinque giorni dopo, ormeggiammo nel porto di Genova. Finita la manovra, andai nella mia cabina, lei non c’era. Mi arrabbiai un po’, poi mi calmai di sicuro era andata a ricevere la madre. Mi cambiai la divisa ed ero in procinto di uscire.
- Comandante c’è? le voglio presentare la mamma. 
- Entra pure, Karolina arrivo subito. Entrato nel salottino, ci mancò poco che mi venisse un infarto, la madre era Silvia, tu? questa ragazza è tua figlia?
- Si è mia figlia.
- Non capisco ha un cognome diverso dal tuo, me lo sarei ricordato. E’ vero, devi capire, che in Polonia, non è come da voi, una donna quando si sposa, prende il nome del marito, in tutto. Quando ci siamo conosciuti io usavo il nome del mio ex marito. E’ quando è nata lei, avevo rifatto i documenti cosi l’ho dichiarata con il mio nome da nubile.
- Karolina mi lasci sola per un attimo con il comandante?
- Karolina assentì e rimasti soli.
- Silvio ma tu non hai capito nulla?
- Cosa c’è da capire? spiegati.
- Karolina è tua figlia, nostra figlia.
- Sei fuori di testa, che mi vai raccontando?
- E’ la verità, noi non abbiamo nessuna pretesa, non pensare che, vogliamo qualcosa.
- Ammesso che sia vero, lei lo sa chi sono io?
-Certo che lo sa, mi ha confidato, che si è innamorata di te, come ti ha visto e in quel momento era all’oscuro, che tu fossi il padre. Mi ha confidato che avete anche scopato e per questo io sarò dannata.
Questo è lo scherzo che il destino mi ha riservato non sapevo più che fare ma rivedendo Silvia capii che mi era mancata. Oggi Silvia è mia moglie, ho riconosciuto Karolina, ora abbiamo anche un altro figlio un bel maschietto.
Tutto il resto è vita normale






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